Spadoni (Udc): "Quanto è costata la partecipazione in Aeradria"
"Secondo un’ indagine della Corte dei Conti, proprio in riferimento al nostro ente, è stato evidenziato come siano effettivamente troppe le partecipazioni dell’ente e, come ha annotato il magistrato relatore in una dettagliata esposizione di fine 2012, il più delle volte dette partecipazioni non sono attinenti"
Secondo un’ indagine della Corte dei Conti, proprio in riferimento al nostro ente, è stato evidenziato come siano effettivamente troppe le partecipazioni dell’ente e, come ha annotato il magistrato relatore in una dettagliata esposizione di fine 2012, il più delle volte dette partecipazioni non sono attinenti alle finalità delle amministrazioni pubbliche che le controllano. La questione, continua sempre la Corte, non è solo contabile giacché spesso l’ente pubblico non riesce a coordinare e a controllare adeguatamente le sue partecipate non rendendosi conto, peraltro, quali siano i fattori gestionali che poi generano perdite d’esercizio. E un esempio interessante è rappresentato da Aeradria, società per azioni attiva nella gestione aeroportuale di Rimini in cui la Provincia di Ravenna deteneva inizialmente una quota di partecipazione di euro 157.087,84 pari ad un valore percentuale dell’1,11%, che a seguito della svalutazione del capitale ha prodotto una perdita secca di 26.000,00 euro. Con atto del marzo 2013 il consiglio provinciale ha approvato la dismissione dalla partecipazione della Provincia nella società Aeradria spa e la cessione di quote, ma la Giunta a tutt’oggi non ha reso noti i risultati di tale operazione, peraltro sollecitata in modo esasperato dal sottoscritto in più occasioni. Il recesso porta dunque alla definitiva cessione delle quote, ma al Consiglio non è dato di sapere quali risultati sul piano economico abbia prodotto quest’ operazione contabile da molto tempo gravemente in sofferenza.
Naturalmente resta un giudizio negativo sulla gestione degli scali e della mancata razionalizzazione, per alcuni aeroporti emiliani e per quelli romagnoli. Proprio per questi ultimi si è trattato di una vera e propria catastrofe gestionale, strategica e amministrativa con continue perdite d’esercizio, che oltre al fallimento del Fellini di Rimini, la stessa sorte è toccata anche al Ridolfi di Forlì, con uno sperpero di denaro pubblico incalcolabile.
Oltretutto, almeno vi fosse un buon servizio di trasporto ferroviario o vi fosse una linea dedicata alla riviera con collegamenti rapidi. Con la sostanziale perdita di due scali aeroportuali, la Romagna corre il rischio di abbassare la propria appetibilità e compromettere seriamente una cospicua fetta di economia del nostro territorio. Tutto questo per cecità e assenza di lungimiranza oltre alla palese incapacità di gestire la cosa pubblica affidata, da sempre, a ex politici, amici degli amici, personaggi collocati in aspettativa o pensione ma privi di esperienza imprenditoriale e gestionale. Un modo di gestire e ammnistrare che auspichiamo sia giunto a capolinea!
Gianfranco Spadoni
consigliere provinciale Udc