Start Romagna, Spadoni (Udc): "Manca un piano industriale credibile"
"Come noto, le società di trasporto pubblico di Rimini, di Forlì-Cesena e di Ravenna, hanno dato origine a una mega struttura romagnola denominata Start Romagna spa"
"Come noto, le società di trasporto pubblico di Rimini, di Forlì-Cesena e di Ravenna, hanno dato origine a una mega struttura romagnola denominata Start Romagna spa. Le ragioni di tale scelta sono intuibili e partono dall’esigenza primaria di attuare sinergie strategiche, gestionali e funzionali derivanti dall’economia di scala consentita, appunto, dalla creazione di un unico soggetto. Start Romagna si presenta con un organico di circa cento dipendenti, 760 autisti e oltre ottanta operai, ed ha eliminato due consigli d’ amministrazione, due direttori, altrettanti collegi dei revisori, oltre alla duplicazione e alla sovrapposizione dei servizi tecnici e amministrativi, come avveniva sino a poco tempo fa. Tutto questo in teoria, perché non è ancora chiaro sino in fondo sia il progetto di partenariato fra il pubblico e le imprese private che intendono partecipare nelle politiche dei trasporti pubblici e, inoltre, non sono stati presentati ai soci costituiti dagli enti locali (quindi ai consigli comunali e provinciali) i dati e le linee d’indirizzo del piano industriale. Il presupposto, tuttavia, doveva essere quello di realizzare un nuovo soggetto giuridico senza i vizi delle vecchie gestioni e, soprattutto, avendo chiari gli obiettivi strategici e di rilancio. Invece ci si muove ancora navigando a vista, o, meglio, viaggiando sul carrozzone dell’incertezza! Per Start non serve un management bocconiano ma un consiglio d’amministrazione snello e un amministratore delegato con un direttore generale, senza aggiungere – come prevedeva artatamente la bozza di statuto del 2011 della costituenda società per azioni, la figura di un condirettore, in questo caso assolutamente fuori luogo. All’azienda romagnola in questione occorre, soprattutto, una strategia credibile, un piano industriale innovativo e di rilancio effettivo, un coordinamento organico fra i territori e, infine, la messa in campo di tutta una serie di strategie, di sviluppo e di promozione del trasporto pubblico, rimasto al vecchio carrozzone cigolante. Sull’argomento dei trasporti pubblici, peraltro, trovo assolutamente sbagliato e inopportuno, l’iniziativa di tagliare alcune corse importanti sia nei giorni feriali sia in quelli festivi, in un quadro complessivo di servizi già sensibilmente ridotti. La strada doveva essere quella del potenziamento dei servizi per favorire l’ attrattiva verso questa modalità di trasporto, a beneficio della sicurezza e dell’inquinamento. Alla minore offerta si è aggiunto, poi, il ritocco con mano pesante dei titoli di viaggio: anche in questo caso si doveva puntare su politiche tese a incrementare il numero degli utilizzatori dei servizi. Ciò non toglie che Start non debba seguire la strada della razionalizzazione organizzativa e della limitazione delle spese di gestione per puntare alla riduzione dei costi generali.
Occorre, dunque, un’inversione di tendenza per promuovere un modello di trasporto pubblico appetibile, comodo e vantaggioso se si vuole competere con il sistema di trasporto privato che oggi, proprio per i tanti disservizi e svantaggi offerto dal primo, è largamente preferita dai cittadini".