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Taglio ai dirigenti, Ancisi (Lpr): "Solo un pizzicotto, basta clientele"

Il taglio ai premi dei dirigenti comunali è un "pizzicotto": la definizione arriva da Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna, secondo cui si è fatto fare solo un "importante sacrificio" dell'1,8% in meno "su stipendi medi di 86mila euro"

    Il taglio ai premi dei dirigenti comunali è un “pizzicotto”: la definizione arriva da Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna, secondo cui si è fatto fare solo un “importante sacrificio” dell'1,8% in meno “su stipendi medi di 86mila euro”. E' bastato però, a suo dire, “per diffondere, da parte del PD, uno sperticato panegirico sulle virtù politiche del governo civico locale in materia di gestione della dirigenza amministrativa e tecnica di cui si avvale”.
    
    Ancisi contesta che “per arrivare a tanta “sobrietà”, gran parte della dirigenza comunale non ha fatto nessun concorso essendo assunta per scelta politica discrezionale del sindaco. Tuttavia, il partito del sindaco si gloria del fatto che “l’Organismo indipendente di valutazione ha espresso parere positivo sul risultato dell’attività dei dirigenti”. Sarà anche indipendente, ma i suoi tre componenti sono stati scelti e nominati dal sindaco, che, se non ha scelto e nominato, ha comunque incaricato tutti i dirigenti”.
    
E a questo proposito il leader di LPR cita “il presidente (Lucio del Bianco) è stato assessore comunista nel Comune di Ravenna (lo si legge nel curriculum pubblicato sul sito del Comune). Nel mio concetto di indipendenza, i controllori non sono scelti dai controllati all’interno del proprio partito”.

Ancisi contesta anche quella che la maggioranza ha definito una “riduzione consistente del numero dei dirigenti”. Questo perchè “oltre la metà dei servizi del Comune è stata trasferita a una moltitudine di società partecipate, nelle quali non c’è spending rewiev che valga, tanto meno sui dirigenti. Se contiamo anche quelli, numeri, costi e clientelismo salgono alle stelle”.
    
Ancisi fa presente che “in Comune ci sono anche 43 quadri, che a tutti gli effetti svolgono funzioni di vice-dirigenti, in molti casi con responsabilità anche maggiori di diversi dirigenti. Nel 2011, il loro stipendio medio è stato di 42.901 euro. Non da buttare via. Su 1.171 dipendenti, i dirigenti e vice-dirigenti assommano a 72. Uno ogni 16 dipendenti, todos caballeros. Qualsiasi impresa privata fallirebbe rapidamente. A meno che non se ne tentasse il salvamento licenziandone in blocco i capi. Ma questa è un’altra storia, su cui dovrebbero riflettere gli elettori”.
 

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