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Detrazioni alla Tasi, Ancisi attacca il Comune: "Una vittoria di Pirro"

"Nessuno - esordisce il leader della lista civica - valuta la natura di questo nuovo balzello, quasi interessi solo il confronto con la vecchia Imu. Si fa finta di non sapere che, a differenza dall'Imu, si tratterebbe (a quanto è stato detto) di una tassa di scopo"

Saranno circa 25mila le famiglie ravennati che beneficeranno delle detrazioni applicate alla Tasi. Il capogruppo in consiglio comunale di Lista per Ravenna, Alvaro Ancisi, la bolla come "una vittoria di Pirro". "Nessuno - esordisce il leader della lista civica - valuta la natura di questo nuovo balzello, quasi interessi solo il confronto con la vecchia Imu. Si fa finta di non sapere che, a differenza dall’Imu, si tratterebbe (a quanto è stato detto) di una tassa di scopo, cioè destinata allo scopo per cui è stata creata: coprire il costo dei cosiddetti “servizi indivisibili”, quali la manutenzione stradale, l’illuminazione pubblica, la raccolta e lo smaltimento delle acque piovane, la polizia municipale, l’arredo urbano, la manutenzione del verde pubblico".

Per Ancisi si tratta di "un’ipocrisia, perché questi “servizi generali” erogati dallo Stato e dalle sue diramazioni territoriali dovrebbero già essere finanziati, come è stato sempre da quando esiste la Repubblica Italiana, con la fiscalità generale e le sue varie addizionali regionali e locali (Irpef, Irap, ma anche Iva e altro). Sarebbe diverso se lo scopo fosse quello di finanziare nuovi servizi, non quelli storici, senza di cui una pubblica amministrazione non avrebbe nemmeno ragione di esistere".

Chiosa il leader di Lista per Ravenna: "I “servizi indivisibili” dovrebbero essere pagati da tutti i cittadini che li usano e non solo - come ha deciso il Comune di Ravenna - dai proprietari della prima casa: compresa la stragrande parte che la prima casa se l’è fatta con sacrificio fidando nell’art. 47 della Costituzione, secondo cui “la Repubblica favorisce” (non “castiga”) “l’accesso del risparmio popolare alla proprietà dell’abitazione”. Dunque, non si tratta di una tassa di scopo, ma di una nuova tassa patrimoniale, come dimostra anche il suo accanimento sulla rendita catastale, che spesso non corrisponde ad alcuna “ricchezza” patrimoniale. Del resto è così anche la Tari, che dovrebbe essere la tariffa sui rifiuti effettivamente conferiti da ciascuna famiglia, ma invece è anch’essa una tassa sui proprietari di immobili".

Ancisi punta il dito contro il Comune di Ravenna, che "risponde ad ogni richiesta di benché minimo funzionamento di tali “servizi generali”: per le manutenzioni stradali i soldi ci sono, ma il patto di stabilità non consente di fare i lavori (qui l’inganno è doppio: il nostro Comune ha in cassaforte 400 milioni di azioni e partecipazioni societarie, vendendo una minima parte delle quali, senza problemi dal patto di stabilità,  potrebbe restituire almeno la decenza a tutte le maggiori strade di sua proprietà); per una maggiore vigilanza e per effettivi controlli del territorio, la polizia municipale ha poco personale (ha all’incirca 180 agenti, di cui 60 destinati a stare sul territorio, per quanto invisibili); se piove e le strade diventano fiumi, non dipende dal Comune in quanto è Atersir a dover incaricare di provvedere Hera, gestore del ciclo idrico integrato (altro doppio inganno: la centrale politica a cui fanno riferimento, intercambiandosi i ruoli, gli amministratori del Comune, di Atersir e di Hera è la stessa, situata a Ravenna in via della Lirica, presso la sede del PD). E via cantando".

"Ora però il Comune non ha più alibi - conclude Ancisi -. Se paghiamo questa nuova tassa che si chiama Tasi per far funzionare i servizi storici del Comune, non possono rispondere “Tasi”, in dialetto veneto, alle nostre sacrosante richieste. Con chi si schiereranno allora i vari sindacati: con i cittadini loro iscritti o a difesa di un’amministrazione indifendibile che continua a tar-tassare i propri amministrati trattandoli come sudditi? Forse che anche i sindacati prendono ordini dalla stessa centrale politica di via della Lirica?"

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