Tassa di soggiorno, Matteucci: "Alternativa era aumenti su Irpef e rifiuti"
La tassa di soggiorno al centro della seduta di giovedì del consiglio comunale di Ravenna. Prima del voto, il sindaco di Ravenna, Fabrizio Matteucci, ha fatto alcune riflessioni. La prima sullo scenario nazional
La tassa di soggiorno al centro della seduta di giovedì del consiglio comunale di Ravenna. Prima del voto, il sindaco di Ravenna, Fabrizio Matteucci, ha fatto alcune riflessioni. La prima sullo scenario nazionale: "il 2012 è stato l’anno di aumento generalizzato e forte della pressione fiscale. Da questo punto di vista purtroppo è stato un anno da record negativo", ha osservato il primo cittadino bizantino.
"La responsabilità dell’aumento delle tasse cosi aspro e concentrato tutto in una volta ricade per intero sul Governo Berlusconi che in tre anni, dal 2008 al 2011, ha portato i conti pubblici, che già erano messi male, e l’Italia sull’orlo del baratro - chiosa il sindaco -. Questa è la verità, senza la quale non si capisce tutto il resto. Il bilancio del Comune di Ravenna ‘soffre’, a causa dei tagli dello Stato, così come soffrono i bilanci della maggioranza delle famiglie e delle imprese. In questi anni, come molte famiglie e molte imprese, abbiamo fatto i salti mortali per fare quadrare i conti, tagliando la spesa corrente meno necessaria. Dal 2006 abbiamo tagliato il numero dei dirigenti (da 38 a 25); il numero dei dipendenti (da 1.332 a 1.220). Abbiamo dimezzato tutte le spese di comunicazione, rappresentanza, cerimoniale, portandole ad una cifra pari allo 0,1%".
"Abbiamo ridotto di molto i costi di indennità, compensi e costi dell’apparato amministrativo del Comune e delle aziende partecipate - continua Matteucci -. Dal 2006 la spesa corrente è rimasta sostanzialmente invariata (112 milioni) mentre la popolazione è passata da 154.000 a 160.000 abitanti. Di quei 112 milioni l’ 80% (88 milioni circa) è impegnata fra personale e contratti di servizio (ad esempio verde, illuminazione ecc.). Per il ‘resto’ rimangono poco più di 20 milioni, di cui più della metà sono destinati ai sevizi sociali. I rimanenti vanno alla cultura alle scuole e a tutto il resto. Abbiamo cercato di ‘fare meglio con meno’. Come tante famiglie e tante imprese. Si può cercare di fare meglio con meno ma non con niente".
"Per compensare i tagli dei trasferimenti dallo Stato abbiamo dovuto usare la leva fiscale - sottolinea Matteucci -. Lo dico perché lo sforzo imponente che abbiamo chiesto ai ravennati con le addizionali Imu previste nel bilancio del 2012 ci è servito per compensare a fatica i tagli dello Stato. Per il 2013, per assicurare gli equilibri di bilancio, avevamo davanti a noi tre alternative. Abbiamo considerato esaurita la possibilità di agire sull’Imu (su cui a gennaio studieremo qualche correttivo, dopo che abbiamo scelto di limitare per quanto possibile il suo peso sulla prima casa)".
"L’alternativa era fra un punto in più di addizionale Irpef, l’introduzione dell'addizionale comunale sulla tassa sui rifiuti di 10 centesimi al metro quadrato e l’'introduzione della tassa di soggiorno - aggiunge il primo cittadino -. Ci siamo assunti la responsabilità di questa scelta. Ad oggi, con questo quadro macroeconomico del nostro bilancio, escludiamo l’introduzione dell'addizionale comunale di 10 centesimi al metro quadrato consentita dalla Tares, la nuova tassa sui rifiuti che, salvo modifiche dell'ultima ora, sostituirà la Tia. Anche quest’anno abbiamo scartato la strada dell’aumento dell’addizionale Irpef.
"Come hanno fatto più di 300 Comuni fra cui Rimini, abbiamo scelto la via dell’imposta di soggiorno che ci è sembrata la strada meno iniqua e più sostenibile possibile - evidenzia ancora il sindaco -. Naturalmente comprendo le preoccupazioni degli operatori delle aziende ricettive, come quelle dei cittadini e delle imprese che in questi 12 mesi hanno visto incrementare il prelievo fiscale per salvare l’Italia dal baratro verso il quale lo aveva portato il Governo Berlusconi. Discuteremo con le categorie del settore ricettivo e del comparto turistico come irrobustire le politiche di promozione di Ravenna: il turismo è uno degli asset strategici per il nostro futuro".
"Continueremo - assicura Matteucci - con ogni risparmio possibile cercando di salvaguardare i servizi e incrementando le risorse a sostegno delle attività produttive. Rimane poi il capitolo degli investimenti: nel 2011 ne avevamo programmati per 57 milioni di euro, per colpa del Patto di Stabilità ne abbiamo potuto realizzare solo 11. Mi auguro che il Patto di Stabilità venga rivisto per la parte riguardante gli investimenti, per ridare ossigeno all’economia locale”.
La giunta ha accolto i due emendamenti presentati da Mariella Mantovani (Presidente Commissione Turismo e consigliere PD), Davide Buonocore (Idv), Alberto Fussi (Pri), Sarah Ricci (Sel) e Diego Rubboli (Fed.Sinistra). “Ogni volta che vengono introdotte imposte o tasse – commenta Valentina Brunelli, del gruppo Pd - il processo è sempre doloroso. Perché c’è una categoria che ne risente maggiormente e che, purtroppo, viene coinvolta. La scelta di introdurre la Tassa di soggiorno deriva dall’ulteriore taglio di trasferimenti statali per 5 milioni; di fronte a questo l’amministrazione ha optato per questa soluzione, piuttosto che toccare nuovamente le tasche dei cittadini, rivedendo anche le aliquote Irpef”.
“Non vogliamo passare per insensibili a certe tematiche – aggiunge Brunelli - perché non solo non ci ritroviamo in questa definizione, ma perché abbiamo dimostrato in diverse occasioni di non esserlo e di aver sempre tentato di comprendere le esigenze di tutti; e siamo arrivati a soluzioni drastiche o improvvise solo in assenza di alternativa, e per il bene della comunità. La delibera è una chiara dimostrazione di apertura alle esigenze degli albergatori che, ad oggi, hanno già chiuso numerosi contratti”.
“L’opposizione continua a confrontare la nostra città alle realtà vicine, sottolineando il fatto che si sono ben guardati dall’applicarla. Penso che le motivazioni che spingono ad applicare imposte o correzioni siano diverse, perché diverse sono le condizioni. E quale sia la nostra è davanti agli occhi di tutti. Ci troviamo, lo ripetiamo ancora, di fronte ad un taglio non solo consistente, ma improvviso a cui dover fare fronte. Ecco perché riteniamo, infine, che introdurre l’imposta a fine 2013 o addirittura nel 2014, come hanno proposto le opposizioni, sarebbe pressoché inutile”.