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Degrado, Ancisi (LpRa): "Il Comune si riprenda Villa Callegari"

Continua Ancisi: "Non è sufficiente neppure che, entro questa scadenza, siano stati “avviati” alcuni interventi di manutenzione e pulizia, perché riguardano solo il risanamento delle più clamorose cause di insicurezza"

"Sul degrado e lo sfacelo inauditi in cui versano da molti anni Villa Callegari e il suo grande parco, il Comune non può cavarsela con qualche finzione". E' quanto afferma il capogruppo in consiglio comunale di Lista per Ravenna, Alvaro Ancisi, specificando che "il problema non sono tanto le sei annualità del modesto canone che la società concessionaria non ha pagato al Comune (in tutto 14.586 euro, più spese ed interessi): oltretutto se, come verificherò, il debito non è stato onorato neppure entro il 2 febbraio scorso, ultimo termine dei 10 giorni generosamente concessi".

Continua Ancisi: "Non è sufficiente neppure che, entro questa scadenza, siano stati “avviati” alcuni interventi di manutenzione e pulizia, perché riguardano solo il risanamento delle più clamorose cause di insicurezza, constatate dal molto tardivo sopralluogo del servizio Ambiente del Comune: “recinzioni deteriorate e divelte che rendono evidente l'accesso abusivo di persone; alberi non sottoposti a verifica di stabilità; arbusti e erbe infestanti che hanno completamente nascosto i vialetti di passaggio; ripristino dei percorsi di ghiaia infestati; installazione dell'impiantistica di illuminazione ed irrigazione; asportazione e smaltimento dei rifiuti presenti su tutta l'area ed in particolare vicino all'accesso di Via Faentina; messa in sicurezza dell'edificio e riparazione dei bagni pubblici; condizioni di stabilità dell'edificio da verificare insieme all'Ufficio Edilizia Pubblica”".

"Ci vuole molta faccia tosta a non stabilire, quanto meno, delle date precise entro cui completare questi interventi minimali - attacca Ancisi -. Mi batto dal 2011, inutilmente, perché il Comune imponga il rispetto delle condizioni contrattuali in base alle quali un grande patrimonio pubblico, al tempo ancora prestigioso, tutelato dalla Soprintendenza, è stato concesso in gestione per 40 anni, fino al 2043, ad un canone irrisorio. Le sintetizzo come segue.  Riguardo alla Villa, l’impresa avrebbe dovuto “eseguire ogni opportuno intervento di restauro, consolidamento e risanamento…a proprie ed esclusive spese”, attenendosi allo “studio di fattibilità presentato all’atto di partecipazione alla gara”. In tal caso, avrebbe potuto “svolgere, nel fabbricato, un esercizio pubblico al piano terra ed attività culturali, espositive e di intrattenimento al piano primo”, garantendo “per l’esercizio pubblico al piano terra, un’apertura giornaliera minima di 11 ore e massima di 20”. La “frequentazione del parco” avrebbe dovuto essere “aperta al pubblico e gratuita…controllando che la frequentazione del parco avvenga in forma corretta”. “L’immobile” avrebbe dovuto essere “integralmente recuperato, per essere aperto alle attività che possono in esso svolgersi, entro tre anni dalla data di rilascio del permesso di costruire ed i lavori dovranno iniziarsi entro sei mesi dalla stessa data”". 

"La concessione è automaticamente decaduta “per mancato inizio della gestione entro i termini qui indicati, senza giustificato motivo” - ricorda il leader della lista civica -. Lo stabilisce l’articlo 16 della convenzione. Il permesso di costruzione fu rilasciato il 10 novembre 2010. I lavori iniziarono il 17 ottobre 2011, ma il cantiere fu presto abbandonato. Dunque, dal 9 novembre 2013 il maggiore inadempiente è diventato il Comune, che avrebbe dovuto riprendersi l’immobile e contestare i danni subiti, invece di lasciarlo all’ulteriore progressivo degrado.  La sceneggiata di cui sopra è stata forse consigliata dalla vicinanza delle elezioni, così che se la sbroglino i nuovi amministratori? La commedia è durata troppo a lungo. Calare il sipario e ricominciare con una storia più seria è questione di Giustizia ordinaria". 

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