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Salute

Sanità, la Regione abolisce il superticket: "Risparmio di 22 milioni di euro l'anno"

La tassa aggiuntiva - fino a 2 euro a confezione per i farmaci, con tetto massimo di 4 euro a ricetta, e fino a 10 euro per ogni prestazione specialistica - cancellata dal 2019

Superticket addio in Emilia-Romagna, dove la Giunta regionale guidata dal presidente Stefano Bonaccini ha deciso di abolire la tassa aggiuntiva su farmaci (fino a 2 euro a confezione, con tetto massimo di 4 euro a ricetta) e prestazioni specialistiche (fino a 10 euro ognuna), dagli esami di laboratorio a quelli radiologici, con un risparmio per gli emiliano-romagnoli di 22 milioni di euro l’anno, rafforzando il carattere pubblico e universalistico del sistema sanitario regionale.

Attualmente pagata sulla base di quattro scaglioni di reddito familiare, verrà cancellata per le due fasce comprese tra i 36mila e i 100mila euro (non si paga già al di sotto dei 36mila), andando ad interessare 900 mila cittadini, e resterà in vigore solo per i redditi superiori ai 100mila euro annui. Infatti, la Giunta ha deciso che le risorse incamerate dal superticket per i soli redditi alti verranno investite su una ulteriore misura - la prima di questo tipo in Italia - stavolta per aiutare le famiglie numerose, ovvero le coppie con due o più figli, per le quali verrà abolito il pagamento del ticket base da 23 euro sulle prime visite specialistiche: un beneficio per circa 330 mila famiglie emiliano-romagnole, pari a 1,5 milioni di residenti, di cui potranno avvalersi sia i genitori sia i figli.

E nulla cambierà per chi è già esente, che continuerà a non pagare la tassa aggiuntiva e neppure il ticket base per le specifiche esenzioni. L’abolizione del superticket, introdotto dal Governo nazionale nel 2011, e quella del ticket per la prima visita a favore delle coppie con due figli o più entrerà in vigore dal primo gennaio, per una manovra coperta interamente da fondi regionali. Si tratta di quasi 33 milioni di euro: i 22 milioni l’anno che entrano dal superticket destinato a sparire, e che quindi non saranno più a carico dei cittadini emiliano-romagnoli ma del bilancio regionale, e 10,6 milioni di euro necessari per togliere il ticket sulle prime visite per i nuclei familiari numerosi, in parte coperti dagli 8 milioni che entreranno dal superticket per i redditi superiori ai 100mila euro annui, cifra che comunque la Regione dovrà garantire dal proprio bilancio.

Le nuove misure sono state illustrate dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, dall’assessore alle Politiche per la salute, Sergio Venturi, e dalla direttrice generale alla Cura della persona, salute e welfare, Kyriakoula Petropulacos. “Sono e siamo particolarmente orgogliosi per una decisione che va incontro ai cittadini e alle famiglie dell’Emilia-Romagna, abbassando il loro carico fiscale - afferma il presidente Bonaccini -. In particolare, riducendo i costi per l’acquisto di farmaci e l’accesso a prestazioni sanitarie: quando si riesce a garantire un servizio sanitario di alta qualità facendo risparmiare persone e utenti vuole dire che la strada intrapresa è quella giusta. Una strada passata prima per la razionalizzazione della spesa, senza che si siano intaccati efficienza ed efficacia, con 445 milioni di euro risparmiati grazie alla centrale unica per gli acquisti nella pubblica amministrazione nell’ultimo triennio, di cui oltre 370 proprio nella sanità, poi per gli investimenti in edilizia sanitaria, per rinnovare gli spazi e costruirne di nuovi, e nel potenziamento degli organici e la lotta al precariato, con oltre 5mila assunzioni e stabilizzazioni negli ultimi due anni di medici, infermieri e operatori sanitari. Una Regione virtuosa e con i conti in ordine che ora può permettersi di guardare ai bisogni dei propri cittadini e di trovare, per quei bisogni, risposte concrete. Continueremo a farlo attraverso i fatti, insieme, condividendo con le parti sociali e i territori le misure e i progetti più importanti- chiude Bonaccini- così come abbiamo fatto e stiamo facendo nel Patto per il Lavoro e con la richiesta di regionalismo differenziato per avere una maggiore autonomia, per una Emilia-Romagna capace di continuare a crescere riuscendo però ad aiutare chi più ha bisogno”.

Da qui alla fine dell’anno, la Regione sarà impegnata nel completare il percorso formale necessario all’abolizione del superticket, compreso l’allineamento con la legge di bilancio 2019 dello Stato, e alla messa a punto del regolamento applicativo necessario all’esenzione del pagamento del ticket sulle prime visite per i nuclei familiari numerosi, per la piena entrata in vigore delle decisioni prese dal primo gennaio prossimo. “Si tratta di uno sforzo economico straordinario, di una decisione che avrà per i cittadini dell’Emilia-Romagna una ricaduta tangibile, consistente e garantita nel tempo - sottolinea l’assessore Venturi -. Continuiamo a lavorare per una sanità all’avanguardia, che migliori sempre più i livelli di assistenza e i servizi, ma che al tempo stesso sia capace di ottimizzare l’uso delle risorse. Con questo provvedimento continuiamo a tutelare le fasce meno abbienti della popolazione, agevolando contemporaneamente le famiglie numerose e quella grandissima parte di cittadini che si colloca negli scaglioni di reddito intermedi.  Insomma, questa è l’idea di sanità, welfare e lavoro su cui abbiamo iniziato a lavorare dal primo giorno del nostro mandato, perché nessuno deve essere lasciato indietro”.

Cosa si paga adesso e cosa cambia

In Emilia-Romagna, a differenza di altre Regioni che applicano un’unica cifra uguale per tutti, il superticket sui farmaci è stato introdotto in base a fasce di reddito progressive: il primo scaglione (R1) fino ai 36.152 euro esente; il secondo (R2) tra i 36.153 e i 70.000 euro prevedeva un contributo di un 1 euro a confezione con un tetto massimo di 2 euro per ricetta; il terzo (R3) per i redditi tra i 70.0001 e i 100 mila euro pagava 2 euro a confezione con tetto per ricetta massimo di 4 euro e il quarto (R4), per i redditi superiori ai 100 mila euro, contribuiva con 3 euro a confezione e un tetto massimo di 6 euro. Con la decisione della Regione, il superticket sarà abolito per tutti i redditi fino a 100 mila euro. Anche per le prestazioni specialistiche, il superticket era stato introdotto e modulato in base al reddito, prevedendo contributi pari a: 0 euro fino a 36.152 euro; 5 euro tra 36.153 e 70.000 euro; 10 euro tra 70.001 a 100.000 euro; 15 euro oltre i 100.000 euro. Il superticket è abolito per tutti i redditi fino a 100 mila euro. Per le coppie con 2 o più figli oltre al superticket, verrà abolito anche il ticket “base” sulle prime visite (23 euro) per genitori e figli.

Le reazioni

"Misure come queste sono essenziali per contrastare il fenomeno che, anche in Emilia Romagna, costringe un numero sempre crescente di cittadini a rinunciare alle cure a causa dei costi della sanità - commentano da Articolo 1 - Movimento democratico e progressista Ravenna - Un passo nella direzione giusta: restiamo comunque convinti che sia necessario un generale riassetto di tutta la Sanità regionale, a partire dal potenziamento delle strutture ospedaliere periferiche. Articolo Uno Ravenna aveva, non a caso, ribadito più volte la propria preoccupazione riguardo la situazione della Sanità Regionale, nel territorio di Ravenna e dell’ospedale della città, dove avevamo riscontrato una mancanza cronica di personale diventata oramai insostenibile. Fenomeni come questi non fanno altro che appesantire le condizioni di lavoro di chi è chiamato a garantire un certo servizio, con conseguenze che vanno a discapito di un’assistenza sanitaria efficiente e di qualità".

"Accogliamo con favore l’abolizione del superticket decisa dalla Giunta regionale dell’Emilia Romagna. Vediamo finalmente soddisfatta una richiesta che avanziamo da sempre, con un intervento che va nella direzione di una maggiore sostenibilità e accessibilità del sistema
sanitario - commenta la Fipac, Federazione Pensionati di Confesercenti - La scelta della Giunta regionale è pienamente condivisibile. Ci battiamo da sempre contro il superticket, un balzello che ha gravato soprattutto sulle fasce più deboli della popolazione, pensionati in testa".

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