Arcigay supporta il Festival delle Culture: "Non portateci via la diversità"
Venerdì ha inizio, negli spazi della Darsena, il Festival delle Culture 2019. Il tema di quest'anno ci fa riflettere su come sarebbe Ravenna senza gli immigrati. Alcuni tra i più xenofobi direbbero che sarebbe una città migliore. Eppure noi di Arcigay senza i migranti perderemmo una componente fondamentale: il contatto con le realtà estere. Se è vero che in Italia ancora molto c’è da fare il riconoscimento dei diritti civili della comunità Lgbti+, queste persone provengono da Paesi in cui l’omosessualità è un reato (68 in tutto, di cui 6 dove si rischia la pena di morte). In questo ultimo anno molti sono stati i richiedenti asilo che si sono rivolti a noi, anche solo per un consiglio, perciò questa per noi è una tematica molto sentita. Purtroppo quest'anno non potremo essere presenti fisicamente, poiché sabato andremo al Friuli Venezia Giulia Pride. La regione Friuli sta vivendo molti problemi riguardo i diritti civili, quindi saremo lì a dare il nostro supporto. Scorrendo il manifesto politico di Fvg Pride si legge: “La nostra è una risposta di orgoglio e speranza ad un clima politico sempre più ostile non solo verso la comunità Lgbtqia+, ma verso chiunque venga considerato “diverso”, che sia per genere, colore della pelle, etnia, religione o estrazione sociale". Lo slogan di questa edizione del Fvg Pride è “WeAreEverywhere”, cioè “noi siamo ovunque”. Quella che è normalmente definita “comunità Lgbt”, a pensarci bene, non è un mondo a parte, bensì una pluralità di individui che vanno dal panettiere di quartiere, al medico, alla studentessa. È solo restando uniti che diventiamo davvero una forza in grado di abbattere i muri. C’è peraltro da constatare che non solo in Friuli il clima è molto teso, ma anche in Emilia Romagna sono stati eletti o sono in ballottaggio candidati sindaci che stanno portando avanti idee non inclusive dal nostro punto di vista. E, purtroppo, non è sufficiente tirare su uno striscione o condividere un post indignato su Facebook: bisogna scendere in piazza, anche in senso lato, tutti i giorni. Come? Noi lo facciamo come attiviste e attivisti di Arcigay. Siamo volontari che hanno sentito l’esigenza di dedicare parte del tempo libero per fare azioni concrete sul territorio. Azioni che riguardano la scuola, il mondo del lavoro, la cultura in generale, la sanità. In modo particolare, quest'anno ci sarebbe piaciuto organizzare un grande Pride a Ravenna per celebrare il cinquantesimo anniversario dai moti di Stonewall, ma probabilmente non eravamo ancora pronti per poterlo realizzare al meglio. Per questo motivo abbiamo deciso di supportare le iniziative dei comitati con cui spesso collaboriamo: Ferrara, Modena, Trieste e Rimini. Da quel 1969 newyorkese è cominciata una rivoluzione dal basso che dura tuttora, perché le cose non si cambiano nascondendoci o, come dice qualcuno, amandoci a casa nostra. Le cose si cambiano alla luce del sole. Ci rivolgiamo a chi ci sostiene, a chi crede nella nostra causa, a chi si chiede perché a Ravenna non c'è un Pride: se anche voi sentite questa questa rabbia, questa voglia di fare, questa voglia di cambiare il mondo, venite con noi. Insieme proveremo a costruire una società libera dai pregiudizi. Non aspettiamo che qualcuno faccia qualcosa. Non c'è qualcun altro: siamo noi quel qualcuno. Due settimane fa abbiamo festeggiato il primo anno di insediamento del nuovo direttivo, quest'anno abbiamo portato avanti diversi progetti, ma abbiamo ancora molta strada da fare, e abbiamo molte idee che non vediamo l’ora di realizzare.
Ciro di Maio, Presidente Arcigay Ravenna