Elezioni, a Lugo il Popolo della famiglia non partecipa: "Ecco perchè"
Lo scorso marzo Lega, Forza Italia, Fratelli d'Italia e Popolo della Famiglia hanno concluso, a livello regionale, un accordo sulla formazione di coalizioni in Romagna. In forza di questo accordo, in tutti i comuni della Romagna che andranno al voto il 26 maggio prossimo il Popolo della Famiglia promuove e sostiene - in alcuni casi anche con propri candidati consiglieri comunali – le candidature a sindaco delle liste del centrodestra. Questo sarebbe dovuto accadere pure a Lugo, ma lo scorso 3 aprile è stato diffuso un comunicato, a firma di “Per la Buona Politica”, “Forza Italia” e “Lega”, che ha smentito il precedente comunicato con cui il Popolo della Famiglia aveva preannunciato la partecipazione alle elezioni comunali di Lugo a sostegno della candidatura a sindaco di Davide Solaroli. Verosimilmente la cittadinanza e gli elettori del Popolo della Famiglia si saranno chiesti che cosa sia accaduto, cosicché si rendono opportune alcune precisazioni.
La partecipazione del Popolo della Famiglia di Lugo, a sostegno del candidato sindaco Solaroli, fu assicurata alla lista civica “Per la Buona Politica” in un cordialissimo incontro svoltosi lo scorso gennaio tra i rappresentanti delle due formazioni e lo stesso candidato. La decisione di partecipare alle elezioni al suo fianco è stata confermata in più di un'occasione al candidato sindaco – in un clima di assoluta cordialità nel quale questi non ha mai ha mostrato obiezioni o rappresentato l’esistenza di alcuna problematica – e ciò è accaduto anche alla vigilia del comunicato del Popolo della famiglia che ha reso pubblica tale decisione, che - per quanto riguarda le altre forze della coalizione - era la declinazione a livello locale del menzionato accordo per la Romagna. Dopo appena due giorni è stato tuttavia diffuso un comunicato - invero soltanto a nome di “Forza Italia”, “Lega” e “Per La Buona Politica” - con cui è stata negata l’esistenza di accordi di coalizione con il Popolo della Famiglia. In proposito stupisce l’inspiegabile ripensamento da parte della lista “Per la Buona Politica” e del candidato sindaco; il mancato rispetto da parte dei rappresentanti locali di Lega e di Forza Italia di un accordo preso, per la Romagna, dai rispettivi dirigenti regionali; il rifiuto verso un alleato che avrebbe portato un sicuro contributo al candidato sindaco della coalizione: rifiuto motivato da una pretesa visione ideologica del concetto di famiglia di cui sarebbe portatore tale alleato. Ebbene, vi è motivo di credere che, più che un aspetto asseritamente ideologico, abbia pesato - da parte di alcuno - il timore di perdere voti in favore del Popolo della Famiglia: non si comprende, infatti, di quale visione ideologica sarebbe portatore quest’ultimo, visto che il suo concetto di famiglia coincide con quello sancito dalla nostra Costituzione.
A questo punto il Popolo della Famiglia di Lugo, preso atto dell’accaduto, piuttosto che improvvisare una presenza alle elezioni diversa da quella originariamente prefigurata, ha deciso di non partecipare. Questo non significa però l’abbandono dell’impegno politico nella comunità locale, in quanto l’increscioso episodio rafforza la volontà di dar voce alla cittadinanza che ancora crede nei valori universali di famiglia, vita e libertà di educazione, in merito ai quali, come accade a livello nazionale, pure nella realtà lughese - al di là delle formali dichiarazioni di intenti - è sempre più tenue la differenza fra le forze politiche. E’ proprio per la tutela di tali valori che il Popolo della Famiglia – Alternativa Popolare, in una visione di più ampio respiro, partecipa alle elezioni europee che si terranno in concomitanza con le comunali. Si tratta infatti di una formazione sempre più radicata sul territorio nazionale e ricca di iniziative, come dimostrano le circa sessantamila firme raccolte per la proposta di legge istitutiva del reddito di maternità, che - stante il grave calo di natalità che affligge il nostro Paese - prevede dodicimila euro netti annui alla mamma che non ha altri redditi o impieghi per i primi otto anni di vita del figlio, rinnovabili alla nascita di un altro figlio ovvero vitalizi alla nascita del quarto o di prole disabile.
Gian Paolo Babini, Popolo della Famiglia Lugo