Il consigliere replica ai cittadini: "Per rilanciare Casalborsetti servono sforzi, non critiche"
Gentili Alvaro Ancisi e Massimo Fico, abbiamo letto il vostro ultimo comunicato con sorpresa e crescente amarezza. Oltre a essere state elencate innumerevoli inesattezze, frutto evidente di interessi politici da cui ci dissociamo, sono stati mischiati in maniera confusa temi e interessi pubblici con quelli privati. La società che rappresentiamo ha intrapreso un percorso faticoso e complesso, volto alla valorizzazione e al miglioramento di un complesso che per anni è stato abbandonato da tutti, anche dalle amministrazioni pubbliche. Abbiamo intrapreso un piano di investimenti significativo, nonostante i vari ritardi legati alle complessità burocratiche. Tale piano di investimenti porterà il Porto Turistico a essere dotato di una serie di servizi fondamentali, come evidenziato dai lavori in corso volti alla costruzione di uffici, reception, servizi igienici, aree comuni e un impianto di distribuzione carburanti. I lavori sono attualmente in corso e il completamento di tali lavori è previsto entro la fine del secondo trimestre dell’anno. Stiamo inoltre lavorando per una prossima apertura di un supermercato. E lo stiamo facendo nonostante il carattere di forte stagionalità di Casalborsetti, concentrando i nostri sforzi per trovare un operatore che possa gestire il punto vendita e offrire il miglior servizio possibile agli abitanti e ai turisti. Non entriamo nel merito delle dichiarazioni rispetto alle aree pubbliche: non rientrano nelle nostre competenze e non dobbiamo occuparcene noi. Il nostro obiettivo è quello di attrarre residenti e turisti a Casalborsetti. Il vostro articolo, con toni inutilmente disfattisti e catastrofisti, è invece volto a spaventarli attraverso immagini di un porto turistico che, nel mese di gennaio (!), è da sempre privo di diportisti. Vi invitiamo a venire a fare le stesse foto nel mese di luglio o di agosto per vedere la differenza. Ma forse i signori detrattori sono convinti di trovarsi molto più vicino ai tropici rispetto a dove siamo. Il comunicato inoltre contiene una serie di imprecisioni e inesattezze: la scrivente società è subentrata nella proprietà degli asset dalla fallita Porto Reno S.r.l. nel 2016, e non nel 2015. Il Ponte di Baronìa non è stato “distrutto” ma demolito, in forza della convenzione urbanistica firmata con il comune di Ravenna nel 2005. A “Porto Reno”, ovvero nel Porto Turistico Marina di Porto Reno, non vi è nessun “negozio di parrucchiera”, nessun “bar chiuso da anni”, “nessuna terrazza nell’attico del palazzo ovale”. Queste strutture appartengono evidentemente ad altre proprietà, in luoghi esterni rispetto al Marina oppure in strutture che esistono solo nella mente di chi ha scritto il comunicato. Non esiste nessun “enorme complesso di abitazioni invendute”. Le abitazioni sono in realtà 70 appartamenti “overwater” con annesso posto barca privato, 65 delle quali sono state vendute e vengono abitate o affittate durante la stagione estiva. Certo l’iter burocratico e la scrupolosità di funzionari e dirigenti comunali hanno rallentato fortemente i tempi per l’ottenimento dei permessi a costruire. Ma esistono delle regole che vanno rispettate, cosa che probabilmente voi ignorate. Se davvero l’interesse è quello di rilanciare Casalborsetti, si prenda esempio dagli sforzi economici fatti dai proprietari dei posti barca e degli appartamenti del Marina di Porto Reno e non ci si limiti, invece, a voler trovare visibilità a discapito di chi crede fortemente in questo territorio.
Filippo Burchi, Consigliere del Consorzio Porto Reno srl (ente Gestore del Marina di Porto Reno) e collaboratore di GBH Immobiliare 2 srl per lo sviluppo del Marina di Porto Reno