Incendio a Faenza, Popolo della Famiglia: "Si faccia chiarezza"
Un disastro quale quello avvenuto presso il magazzino della Lotras a Faenza desta la massima preoccupazione. Un simile incendio, in una struttura di questo tipo, non può passare inosservato e sotto silenzio. Sia per quello che è avvenuto nel capannone di via Deruta, sia per le ricadute sull'intero territorio. Occorre fare chiarezza in primo luogo sulle cause dell'incendio. Le origini eventualmente dolose sarebbero preoccupanti per un senso. Cause accidentali sarebbero altrettanto preoccupanti per altri aspetti. In ogni caso, è di tutta evidenza che il sistema delle protezioni antincendio, attive e passive, di cui deve essere dotato un magazzino di queste dimensioni, ha fallito il suo scopo. Il carico di incendio presente nella struttura era regolare e coerente con quanto autorizzato? Erano efficienti i sistemi di sicurezza? Preoccupano, poi, ancora di più, le ricadute sul territorio. Arpae sembra avere svolto con la massima dedizione il lavoro di squadra di pompieri addizionali, quelli della comunicazione. Con le diossine non si scherza e non esistono fattori di soglia che garantiscano sicurezza. Il fatto che altrove ci siano state disgrazie con dati e concentrazioni ben maggiori non sposta nulla sulla gravità della contaminazione e la ricerca di dati pubblicati da Arpae in materia sembra avere l'unico scopo di rasserenare la popolazione, invece che fornire dati attendibili e veritieri su una situazione poco piacevole. In merito alle analisi della qualità dell'aria riportate da Arpae, occorre rilevare come il punto di rilevazione individuato (le scuole nei pressi di via Carpegna), scelto come riferimento nei giorni dichiarati per le analisi, sia a favore di vento rispetto alla via Deruta, ove si collocava la sorgente della emissione. Se tali dati sono da considerare per la porzione di territorio a favore di vento rispetto alla sorgente di emissione (per quanto già sotto controllo), cosa dobbiamo pensare per le porzioni di territorio a sfavore di vento? Chiediamo con urgenza alla Regione Emilia-Romagna uno screening di lungo periodo per la rilevazione delle diossine al latte materno e negli alimenti e nei tessuti molli della popolazione delle Ausl Romagna e dell'Ausl Imola. Chiediamo maggiore attenzione alla qualità dell'ambiente per garantire sicurezza alle famiglie del territorio.
Mirko de Carli, capogruppo del Popolo della Famiglia a Riolo Terme