"L’Emilia primeggia, la Romagna indietreggia"
Ormai ci siamo. Fra poche settimane sapremo chi sarà il prossimo presidente della regione Emilia- Romagna. Una regione composita che viene considerata fra le prime, in Italia e in Europa, per efficienza, servizi e qualità della vita. È davvero così? Varie statistiche e classifiche ufficiali pubblicate negli ultimi tempi, come ad esempio da Il Sole 24 Ore sulla qualità della vita, ci indicano una dicotomia fra Romagna ed Emilia, e un preoccupante arretramento delle città romagnole. Difatti in Romagna i primati spesso sbandierati non si percepiscono. Se prendiamo in analisi le infrastrutture romagnole, queste non sono certo all'altezza di una regione che primeggia. Dalla disastrata e vergognosa E45, al collegamento fra Forlì e Ravenna che corre su un argine di un fiume, al tratto Rimini-Ravenna in buona parte a corsia unica, all'isolamento atavico di Ravenna cui mancano dignitosi collegamenti viari anche verso Venezia e verso Ferrara. E i treni? Quelli veloci non passano in Romagna. E pareva buffo leggere una notizia qualche giorno fa, relativa a un meritevole studente ravennate entrato a far parte in una università olandese di un team di ricercatori che progetta il treno del futuro, l’hyperloop: 1.200 km orari quale velocità di punta. Mentre oggi per compiere 70 km da Ravenna a Bologna abbiamo a disposizione il trenino del Far West: quasi 2 ore. Se non ci assalgono gli indiani! Non parliamo poi di ospedali declassati, di mancanza di risorse per le aree più periferiche e disagiate, in particolare alto collinari e montane, di settore agricolo in ginocchio, di settore turistico non adeguatamente supportato e via dicendo. Se davvero la regione Emilia-Romagna primeggia per meriti, ciò non pare riguardare la Romagna, attualmente una misera subregione che copre circa un quarto o poco più di territorio e abitanti della prima e che viene sempre più trascurata, marginalizzata dai poteri forti emiliani e dalla inconsistenza di troppi politici romagnoli, incapaci di proporre o di concretizzare utili progetti per il loro territorio. Alla chiacchiere non sono mai seguiti i fatti. Spesso abbiamo assistito a promesse di sinergie e coesione fra i territori romagnoli, magari istituendo una provincia unica o entità simili, in modo la Romagna potesse presentarsi più forte al cospetto di Bologna (della regione), ma tali parole sono volate via col vento. Esiste per contro una via che sicuramente concorrerebbe ad avviare un percorso virtuoso e a porre le basi per una emancipazione reale della Romagna. Una via democratica, da tempo indicata dal Mar, sancita dai padri costituenti con la redazione dell'articolo 132 della Costituzione italiana. Si tratta del referendum per istituire la Romagna regione, autonoma dall'Emilia ma in un contesto unitario italiano ed europeo. Il prossimo presidente dell'Emilia-Romagna e il consiglio regionale ne tengano debitamente conto.
Samuele Albonetti, coordinatore regionale Mar - Movimento per l'autonomia della Romagna