Castel Bolognese, tre appuntamenti per svelare la realtà del caporalato
Parte la rassegna "Caporalato: La schiavitù del XXI secolo", pensata per trattare il tema a tutto tondo, nelle sue diverse e sottili sfumature
Tre giovedì informativi e formativi per sensibilizzare la comunità sulle varie facce del caporalato tramite incontri online dalla pagine Facebook del Comune di Castel Bolognese alle ore 20:30. L’assessorato alla Legalità del Comune di Castel Bolognese dal 2017 collabora con le realtà locali per ascoltare la comunità attraverso percorsi partecipativi aperti ai cittadini e all’interno dell’istituto secondario di I° sui temi dei diritti e legalità, fornendo strumenti di sensibilizzazione, formazione e informazione.
La rassegna "Caporalato: La schiavitù del XXI secolo" è il risultato di una co-progettazione tra l’assessorato alla Legalità del Comune di Castel Bolognese e diverse realtà del territorio ravennate per trattare il tema a tutto tondo, nelle sue diverse sottili sfumature. Si apre giovedì 29 aprile con l’intervento di Marco Omizzolo - sociologo Eurispes, esperto di migrazioni e di criminalità organizzata, Maria Panariello - campaigner di Terra, che ci introdurranno all’interno del complesso mondo del caporalato e la testimonianza di katia Ponzi, imprenditrice locale di Castel Bolognese. A seguire ogni 15 giorni altri due preziosi incontri: giovedì 13 maggio Agro-cap e giovedì 27 maggio Le donne del Caporale.
"Il nostro impegno - dichiara Ester Ricci Maccarini vice sindaco e assessore alla Legalità - è dare continuità e promuovere una cultura di responsabilità etica, civica attivando questi processi di conoscenza, consapevolezza e approfondimento. Tutti noi sappiamo o dovremmo sapere che il lavoro è la base della dignità della persona e questa dignità si garantisce con i diritti con la giusta retribuzione con la sicurezza,
diversamente dobbiamo parlare di sfruttamento, di schiavitù, dobbiamo chiederci che mondi vogliamo vivere, in quello dove il lavoro è un diritto e un libero contributo al bene comune? O in quello dove l'essere umano sfrutta il prossimo? o il mondo degli indifferenti dei corrotti? Noi siamo qui per il primo per quello che tutela il diritto al lavoro e la persona. La crisi del covid 19 ha trovato un terreno fertile nell'aumento della povertà, delle disuguaglianze e della discriminazione nella crisi climatica, nell' aumento dei conflitti e più in generale nelle estese violazioni dei diritti umani. Tutti hanno un ruolo nella costruzione di un mondo post covid migliore per le generazioni presenti e future. Solo le azioni che metteremo in campo per superare questo periodo, possono garantire l'avvio di un processo di ricostruzione".