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Davide Cassani ripercorre le sue tappe come ciclista e uomo della tv in un incontro con il Rotary club

Nel corso dell’incontro sono stati citati anche i numerosi personaggi  che, a Solarolo, o nelle zone limitrofe della provincia ravennate e della Romagna , hanno raggiunto traguardi importanti nel campo sportivo e artistico

Il Rotary Club Galla Placidia ha avuto come ospite della serata Davide Cassani, giovedì sera al Circolo Ravennate e dei Forestieri. L’incontro, introdotto dal Presidente del Rotary Club Ravenna Galla Placidia Federico Spadoni, è stato occasione per ripercorrere le diverse “tappe” percorse dal ciclista nato a Faenza ma originario di Solarolo, con un buon passato da professionista “gregario”, sottolinea lui umilmente, poi conduttore sportivo, commissario tecnico della nazionale di ciclismo e, attualmente,  presidente dell’Apt della regione Emilia Romagna, riconfermato proprio in questi giorni per il secondo mandato. Un desiderio, quello della bicicletta coltivato fin da bambino, al punto da decidere di dedicare ad essa tutta la sua vita professionale. Un libro, fresco di stampa, scritto in collaborazione con Giorgio Burreddu e Alessandra Giardini,  ripercorre tutte le scelte effettuate, i traguardi raggiunti, le difficoltà incontrate, "Ho voluto la bicicletta", ed. Rizzoli. Il racconto di trionfi, soddisfazioni, cadute da cui occorre sempre rialzarsi, tempi dedicati a pensare, a meditare al vento, fra gli odori di mille strade: è questo, in fondo la grande lezione che il ciclismo offre a chiunque gli si avvicini. 

Nel corso dell’incontro sono stati citati anche i numerosi personaggi  che, a Solarolo, o nelle zone limitrofe della provincia ravennate e della Romagna , hanno raggiunto traguardi importanti nel campo sportivo e artistico. Ma ha fornito l’occasione per raccontare aneddoti, suscitare ricordi le gare vinte, le esperienze al Giro d’Italia e al Tour de France l’incidente, subìto all’età di 35 anni che determinò la scelta di rimanere nel mondo del ciclismo ma da commentatore Rai, grazie alla chiamata di Marino Bartoletti che gli chiese di affiancare Adriano De Zan. Poi i rapporti col conterraneo Ferretti,  l’esperienza di commissario tecnico della Nazionale di ciclismo, durata otto anni e terminata lo scorso anno durante le Olimpiadi di Tokyo mentre l’Italia conquistava l’oro nella gara su pista. Non nasconde Cassani  l’amarezza per le modalità di quell’esonero, ma la scuola di vita del ciclismo insegna  che dalle cadute ci si deve sempre rialzare, magari in silenzio, e riprendere, con più determinazione. Così è stato per lui, dalla prima corsa a Voltana, all’età di 13 anni, quando percorse 80 km, giungendo fra gli ultimi per poi passare gradualmente, tenacemente, a traguardi più impegnativi, sapendo che ogni percorso, sulla strada come nella  vita è un alternarsi di salite e discese, momenti durissimi e poi sollievo, di traguardi importanti raggiunti, superando una tappa alla volta.

Una delle parti più interessanti del suo intervento è stata quella dedicata all’importanza del “fare squadra” e del lavorare in team per conseguire determinati risultati. Il campione non vince da solo, ma perché è sostenuto e supportato dalla sua squadra. Ecco allora rivalutato anche il ruolo del gregario: colui che “fa vincere” e che giustamente, oggi, viene ad essere remunerato molto di più rispetto al passato perché si riconosce il ruolo ricoperto e il contributo che viene dato nel raggiungimento dell’obiettivo finale. Al termine della piacevole serata,  alla quale hanno partecipato numerosi soci e loro ospiti che hanno posto numerose domande, Cassani ha esposto i progetti a cui sta lavorando e ricordato a tutti come, in tempi di pandemia, la bicicletta sia uno sport da praticare, al quale sempre più persone si stanno avvicinando. Un tempo era prerogativa solo maschile, oggi anche donne, famiglie, persone di varie età e con esigenze diverse si avvicinano a questo sport e ne scoprono i benefici.

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