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Giorno della Memoria, Lugo non dimentica: diverse le iniziative in programma

Mostre, presentazioni di libri, la riunione del Consiglio Comunale dedicata e un momento commemorativo di fronte alla lapide che ricorda gli ebrei lughesi deportati e morti nei campi di concentramento.

Mostre, presentazioni di libri, la riunione del Consiglio Comunale dedicata e un momento commemorativo di fronte alla lapide che ricorda gli ebrei lughesi deportati e morti nei campi di concentramento.

Il Comune di Lugo propone diversi appuntamenti, istituzionali e rivolti alla cittadinanza, per commemorare il Giorno della Memoria, istituito con la legge 211 del 20/7/2000, per ricordare l’abbattimento dei cancelli di Auschwitz e tutte le vittime dei campi dello sterminio nazista. Iniziative che si pongono l'obiettivo di conservare la memoria di quello che è accaduto, approfondendo anche vicende personali della Bassa Romagna che hanno sullo sfondo la vicenda storica più tragica del '900.

Giovedì 27 gennaio alle 15 si terrà una breve commemorazione delle vittime della Shoah davanti alla lapide che ricorda gli ebrei lughesi deportati e morti nei campi di concentramento. La cerimonia non è aperta al pubblico a causa della pandemia del coronavirus.

Giovedì 3 febbraio alle 18 si terrà il Consiglio Comunale dedicato al Giorno della Memoria in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti.

Intervento del prof. Giuseppe Masetti dell'Istituto storico della resistenza e dell'età contemporanea in Ravenna e provincia.

La seduta sarà in videoconferenza e potrà essere seguita al link 

https://stream.lifesizecloud.com/extension/7386640/55a44759-3229-48e9-a043-803edccfb8b9; 


Lunedì 24 gennaio alle 17, nella Biblioteca Trisi, inaugurazione della mostra "Michel Kichka. La seconda generazione".

Dal 24 gennaio al 26 febbraio sarà visitabile nello spazio espositivo della biblioteca la mostra "Michel Kichka. La seconda generazione", a cura di Vincenza Maugeri e Caterina Quareni, realizzata in collaborazione con il Museo Ebraico di Bologna.

Si tratta di un'esposizione di tavole tratte dall’omonima graphic novel di Michel Kichka, figlio di un sopravvissuto alla Shoah, che racconta, attraverso le tavole in bianco e nero con un tratto netto e ironico, come l’esperienza abbia condizionato tutta la vita della sua famiglia. Il grande tema della memoria reinterpretato attraverso un linguaggio artistico dedicato ai più giovani al di fuori di ogni retorica celebrativa.

Giovedì 27 gennaio alle 17.30 nella sala Codazzi della Biblioteca Trisi,

Paolo Casadio presenta il suo ultimo romanzo "Fiordicotone" (Manni editore). Alla voce narrante dell'autore si alterneranno le letture di Dario Bortolotti e brani musicali eseguiti dalla fisarmonica di Ivan Corbari.

Il testo racconta la storia di Alma e del suo ritorno da Auschwitz a Lugo. Di tutta la famiglia lei è l'unica sopravvissuta al lager. L'unico motivo che la tiene salda è ritrovare la figlia Velia, una bimba di cinque anni detta Fiordicotone, nascosta da uno sconosciuto al momento dell'arresto. Il lungo viaggio di ritorno di Alma si dipana dalla Polonia alla Romagna passando per la Svizzera. A Lugo, Alma non trova più nessuno della comunità ebraica, e anche la sua casa e stata sequestrata e venduta. Un intraprendente parroco, un truffatore redento e un maresciallo dei carabinieri tormentato dai rimorsi l'accompagneranno nella ricerca di Fiordicotone. Paolo Casadio , autore del libro, presenterà il volume con accompagnamento musicale scandito da letture e brani musicali.

Giovedì 10 febbraio alle 17.30 nella sala Codazzi della Biblioteca Trisi, Roberto Matatia presenta “Passerà. Storia di una famiglia ebrea” (Ponte Vecchio Cesena).

Il volume parla di una famiglia di ebrei alla disperata ricerca di un luogo capace di restituire loro la dignità e il rispetto inseguito da generazioni. I protagonisti sono una donna e i suoi numerosi figli, uniti fra loro dalla soggezione nei confronti di un marito/padre autoritario e arrogante. "Passerà" è la loro dottrina di vita perché, nonostante tutto, non muore in loro la speranza che, prima o poi, tutto il rancore e la paura si possano trasformare in un rassicurante rapporto familiare, fondato, se non sull'amore, sul rispetto reciproco. In queste coordinate Roberto Matatia racconta una storia esemplare, stesa con la partecipazione, o meglio la compassione, verso una umanità da lunghi secoli offesa.

Prosegue fino al 6 febbraio la mostra alle Pescherie della Rocca dedicata al campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau.

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