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Quake e Cisim: i centri giovanili di Ravenna non lasciano gli adolescenti da soli

Gli educatori che seguono bambini e ragazzi raccontano come è cambiata la modalità di relazione con loro. Un contatto che loro stessi cercano

Nonostante la chiusura dei centri di aggregazione giovanili Quake, in zona Darsena, e Cisim (Centro internazionale studi e insegnamenti mosaico) di Lido Adriano, resasi obbligatoria in zona rossa, le attività non si fermano e i ragazzi continuano a usufruire del sostegno necessario. In particolare, continuano le funzioni di aiuto-compiti e supporto didattico.

“Abbiamo chiuso i battenti nel pieno rispetto delle regole, ma abbiamo continuato ad esserci, a stare al fianco dei nostri ragazzi per superare la difficoltà del momento – afferma Valentina Morigi, assessora alle Politiche giovanili -. In questi difficili mesi abbiamo tenuto costantemente aperto accogliendo, tra mille difficoltà, i ragazzi e le ragazze, sostenendoli e offrendo loro posti sicuri in cui promuovere interazione, socialità, partecipazione: da sempre valori fondanti di questi spazi. Stravolgere il proprio lavoro da una parte, perseverare nella partecipazione dall’altra, sono i gesti di adulti e adolescenti che continuano a ricercare relazioni e scambio umano, adattandosi alle esigenze del momento. La condivisione, il supporto e l’interazione sono elementi essenziali che non possono venir meno. Speriamo tornino presto ad essere esercitati senza distanze”.

Gli educatori che seguono bambini e ragazzi raccontano come è cambiata la modalità di relazione con loro. Un contatto che loro stessi cercano.

Centro giovani Quake

Aiuto nei compiti

“Il Comune negli ultimi tempi ha investito molto nel dopo-scuola – spiega Mirco, educatore – fino a tre anni fa non esisteva nemmeno l’aula, ora abbiamo uno spazio intero da dedicare ai ragazzi che hanno bisogno di aiuto nello svolgimento dei compiti. Da lunedì scorso la situazione è cambiata, abbiamo dovuto organizzare le sessioni di studio online, cosa che non avevamo mai fatto prima. È stata dura riuscire a reinventarsi da un giorno all’altro: all’inizio eravamo un po’ spaesati, in difficoltà fra password, e-mail e accessi, ma già da martedì pomeriggio siamo riusciti a riprendere senza intoppi. Abbiamo due educatrici specializzate che ricevono 4 o 5 ragazzi a testa, in contemporanea. Loro ci mandano le foto dei compiti che devono fare su Instagram e noi li aiutiamo”.

4 chiacchiere col Quake

“Si tratta di un appuntamento virtuale in diretta – prosegue Mirco –, al quale i ragazzi possono collegarsi e parlare con noi educatori delle loro necessità, sfogarsi, confrontarsi, divertirsi, ma anche piangere se serve. In questo modo riusciamo a essere presenti e cerchiamo di adattarci a ogni situazione, per rispondere nel migliore dei modi alle esigenze di ciascuno: dal dodicenne che cerca compagnia per giocare online, ai più grandi di 18 anni che sentono il bisogno di esprimere le proprie preoccupazioni”.

Laboratorio di cucina

“Sono i laboratori che piacciono di più – conclude Mirco –, infatti, abbiamo sempre il massimo di iscritti. Anche in questo caso abbiamo cercato di cambiarne le modalità di svolgimento, per non doverli interrompere. La mia collega Fabiana ed io ci colleghiamo due volte a settimana in diretta dall’account Instagram del Quake, decidiamo la ricetta e la prepariamo insieme a chi ci guarda. In questo modo continuiamo ad utilizzare la cucina del Quake, che il Comune ha da poco rinnovato. Chi assiste alla diretta può commentare, dare dei consigli e, soprattutto, ridere della nostra improvvisazione”.

Cisim

Laboratorio di teatro

“Al Cisim ci occupiamo del tempo libero di bambini e adolescenti – racconta Federica, educatrice –. Cerchiamo di arricchirlo con creatività, cultura e fantasia, tenendo sempre come modello un’idea elevata di arte. Ad oggi i laboratori attivi sono tre: teatro, rap e organizzazione eventi. Riusciamo a portarli avanti online anche grazie alla compartecipazione dell’ufficio politiche giovanili del Comune, che paga la metà dei laboratori. Nonostante la situazione, stiamo avendo un riscontro molto positivo da parte di tutti i partecipanti. Paradossalmente è più difficile per noi adulti. Noi ci colleghiamo dal CISIM, dove abbiamo le attrezzature e lo spazio necessario, mentre i ragazzi si connettono da casa.

Data la situazione, il laboratorio di teatro di quest’anno non è nato con l’idea di lavorare a uno spettacolo finale, bensì alla realizzazione di un podcast. Il tema che abbiamo proposto parte dalla lettura “Le città invisibili” di Italo Calvino. Quello che ci interessa non è la recitazione del testo, ma come i ragazzi sviluppano le loro riflessioni a partire da esso. Seguendo le istruzioni di Calvino, abbiamo suddiviso le città per tematiche e per ognuna di esse si generano discorsi sulla memoria, la fantasia, il desiderio in un flusso di coscienza che viene registrato. Inizialmente, quando potevamo incontraci, mettevamo un microfono al centro della stanza e chiunque avesse qualcosa da dire poteva avvicinarsi e parlare. Oggi ci riuniamo in una stanza virtuale e facciamo insieme lo stesso lavoro. Purtroppo, la modalità online compromette la qualità dell’audio, quindi durante gli incontri io prendo appunti sui discorsi che emergono, in modo da poterli registrare in futuro. Siamo molto contenti di come procedono: i ragazzi si impegnano e non vedono l’ora di ascoltare il risultato finale, che speriamo sia pronto entro maggio”. 

Laboratorio rap

“Questo laboratorio – illustra Federica – è quello che ha subito un po’ di più la trasformazione. Nel gruppo dei più grandi, dai 12 ai 17 anni, si lavora uno a uno. Si svolge in tre momenti: prima ci si collega singolarmente con l’insegnante e si riceve la base musicale su cui lavorare. Poi si hanno a disposizione 15, 20, 30 minuti per scrivere in autonomia le proprie tracce e, infine, ci si connette nuovamente per presentare il lavoro e discutere sugli aggiustamenti. Anche se, attualmente, è un laboratorio più individuale, abbiamo in mente di creare una canzone corale, che richiede lavoro di gruppo. È un modo per riflettere sulla situazione attuale, ma anche per distrarsi attraverso la fantasia. Anche i piccoli, che spesso sono quelli meno ascoltati, possono usare la loro creatività per scrivere canzoni”.

Laboratorio di organizzazione eventi

“È destinato a ragazze e ragazzi fra i 14 e i 18 anni – conclude Federica –. Questo laboratorio nasce online, poiché consiste in una serie di lezioni teoriche che non necessitano della presenza fisica. Ad oggi, stiamo progettando la seconda parte dell’attività, volta a mettere in pratica le nozioni apprese e organizzare un evento vero e proprio. Chiaramente, si tratta di un progetto riservato al futuro, ma comunque si continua a lavorare con impegno, inventiva e voglia di fare”.

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