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Si è concluso il Festival Polis: sei giorni di teatro e diritti umani

Da Ascanio Celestini a Elena Bucci. Oltre agli spettacoli il festival di ErosAntEros ha emozionato il pubblico con l’installazione per Patrick Zaky

Si è da pochi giorni concluso a Ravenna, Polis, il festival del teatro e della partecipazione, uno dei primi eventi nazionali che ha riaperto i teatri e che ha risposto alla crisi dando spazio ai diversi linguaggi del teatro contemporaneo. Il festival, accolto nelle due sale del Teatro Dante Alighieri e alla Biblioteca Classense tra l’11 e il 16 maggio, ha dato vita a 12 spettacoli, 3 incontri, 1 dibattito, 1 installazione, progetti partecipativi e 1 laboratorio.

Il festival Polis 2021

Ha aperto questa quarta edizione Radio Clandestina, lo storico spettacolo che ha fatto conoscere Ascanio Celestini al grande pubblico, dando così la possibilità anche ai più giovani di assistere a uno dei grandi capolavori del teatro civile. Applausi a scena aperta per lo spettacolo di Babilonia Teatri, talentuosa e pluripremiata compagnia, e grande ammirazione per il lavoro legato al teatro visivo e di poesia di Silvia Costa. I diritti umani sono stati al centro di un’intera giornata con ErosAntEros, in scena con Sconcerto per i diritti, e l’incontro dopo lo spettacolo con Andrea Maestri, avvocato specializzato nell’ambito del diritto dell’immigrazione, Luca Cortesi, insegnante e attivista di Amnesty International, gli studenti del Master I-Contact che hanno partecipato al laboratorio RIGHTS QUAKE e Gianluca Costantini, ideatore anche dell’installazione Seduti accanto a Zaky, che ha portato le sagome del giovane studente dell’Università di Bologna imprigionato al Cairo tra il pubblico per tutta la durata del festival, sensibilizzando gli spettatori sul tema della tutela dei diritti umani.

Entusiasmo per gli spettacoli, selezionati dai cittadini che hanno partecipato al progetto Visionari, della compagnia Virus Teatrali e dei giovanissimi Fettarappa Sandri / Guerrieri; non lascia indifferenti Io non sono un numero di Sabrina Morena e Laura Bussani di Teatro Miela, lavoro incentrato sul tema della violenza sulle donne. Polis ha dedicato inoltre un omaggio all’artista ravennate Elena Bucci, con quattro giorni di repliche, seguitissime, di Di terra e d’oro - Ovvero la materia dei sogni, lettura in musica incentrata sul teatro e sul lavoro. La profonda riflessione sul teatro nella società e sul teatro come lavoro, è stato anche il filo rosso che, passando per l’incontro Quale domani per il teatro? alla Biblioteca Classense (dibattito e presentazione del libro Quale teatro per il domani? con Elena Bucci / Le Belle Bandiere, Enrico Casagrande e Daniela Nicolò / Motus, Silvia Costa, Chiara Lagani / Fanny & Alexander in dialogo con Davide Sacco e Agata Tomsic, introdotto e coordinato da Marco De Marinis), si è concluso con il grido liberatorio di Valentina Banci nell’ultimo spettacolo del festival, una riscrittura de I giganti della montagna di Pirandello per voce sola che è terminata con una denuncia delle nefandezze del sistema teatrale italiano da parte dell’artista, coperta dal fragoroso applauso, anch’esso catartico, del pubblico partecipe e commosso.

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