Tito Balestra, poliedrico cultore dell’arte e raffinato scrittore
Cosa disse di lui Renato Guttuso: "Era un uomo colto e segreto, un amico sicuro, sul quale si poteva contare, disinteressato e senza compromessi"
Nato in quella città eternamente sospesa tra passato e futuro che è Ravenna, ne ho in qualche modo ereditato i tratti: il mio sguardo si rivolge ora al mare, alla scoperta di ciò che è distante e lontano, ora verso l'entroterra, scandagliandone le secolari tradizioni. Di formazione archeologo, amo infatti 'scavare' nel passato in lungo e in largo. Sono un lettore onnivoro e un accanito bibliofilo, principalmente per passione, ma anche perché credo che ogni lettura sia un viaggio, prima di tutto dentro se stessi. Amo anche scrivere, poiché credo che la parola sia lo strumento che più ci permette di riflettere e che quindi più ci avvicina a quell'utopia chiamata conoscenza
Cosa disse di lui Renato Guttuso: "Era un uomo colto e segreto, un amico sicuro, sul quale si poteva contare, disinteressato e senza compromessi"
Ancora oggi il suo nome risuona nel palazzetto dello sport ravennate a lui giustamente dedicato: il PalaCosta
Nel gennaio 1903 il pallone aerostatico di Giuseppe e Antonietta, significativamente soprannominato “El invencible de Forlì” (“l’invincibile di Forlì”) si alzò per la prima volta nei cieli di Rosario, la città in cui aveva sede la fabbrica di sigarette da pubblicizzare
Le sue attività nel territorio e le sue critiche alla violenza del regime gli attirarono presto le antipatie dei fascisti, che lo aggredirono la sera del 23 agosto 1923 causandone la morte
Tra le pagine più buie della storia romagnola, oltre alla famosa battaglia di Ravenna - di cui abbiamo avuto occasione di parlare alcune settimane fa - possiamo ricordare il ‘Sacco di Cesena’, detto anche ‘Sacco dei Bretoni’
Quintino Quagliati, che nacque a Rimini nel 1869, lega ancora oggi la sua fama non tanto alla Romagna, ma ad un’altra regione italiana che si affaccia sempre sull’Adriatico: la Puglia