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Venerdì, 19 Aprile 2024
Romagna terra di grandi personaggi

Romagna terra di grandi personaggi

A cura di Lorenzo Matteucci

Alteo Dolcini, una vita spesa per la Romagna seguendo il motto 'Sol da dé, gnit da dmandé'

Ha dedicato la sua instancabile attività alla conservazione e alla rivalutazione della cultura tradizionale romagnola fondando, tra le altre, la Cà de Ven di Ravenna, la 100 km del Passatore, l’Ente Ceramica Faenza, l’Ente Musica Romagna e l'associazione “Fo-Fa” (Forlì-Faenza)

“Alteo Dolcini [...] è stato il fautore di una inesauribile attività per la riscoperta, valorizzazione e promozione del patrimonio culturale ed economico romagnolo”.  Non potrebbero esserci parole migliori di quelle scelte dall’Associazione Alteo Dolcini per presentare il personaggio in questione. Se c’è una persona che ha legato inestricabilmente non solo il suo nome, ma anche la sua intera vita, alla Romagna, questa è Dolcini. 

Nato a Forlimpopoli nel 1923, ha dedicato la sua instancabile attività alla conservazione e alla rivalutazione della cultura tradizionale romagnola, fondando - questa rapida carrellata sarà utile per comprendere la portata del lavoro di Dolcini - l’Ente Tutela Vini di Romagna, il Tribunato di Romagna, la Società del Passatore, la Cà de Bé di Bertinoro, la Cà de Ven di Ravenna, la Cà de Sanzvés di Predappio, la rivista “Mercuriale Romagnola”, la 100 km del Passatore, l’Ente Ceramica Faenza, l’Ente Musica Romagna e, infine, l'associazione “Fo-Fa” (Forlì-Faenza).

Non si possono dimenticare inoltre i 27 libri da lui redatti sui temi più disparati, il cui fil rouge è, naturalmente, la Romagna. Tra questi, ricordiamo, a puro titolo esemplificativo, “La Romagna del romanzo”, “La Romagna dei vini”, “Il Principe di Romagna” (opera pionieristica, dal punto di vista tecnico e storico, sul marafon-beccaccino) e il particolarissimo “La Svizzera è nata in Romagna”. L’associazionismo dolciniano è riuscito a raccogliere - come una sorta di calamita - i più significativi interpreti della cultura romagnola dell’epoca, da Max David a Don Francesco Fuschini, da Aldo Spallicci a Friedrich Schürr (solo per citare i più noti), tutti membri del Tribunato di Romagna.

Tuttavia, il prezioso lavoro di Dolcini è stato fruttuoso anche nel diffondere l’immagine della Romagna nel mondo. Dopo aver contribuito a creare il marchio “Ceramica di Faenza”, ha partecipato alla consegna di opere originali di ceramisti faentini a quelli che possono essere considerati i tre ‘poli’ della politica e della società di fine Novecento: il Pontefice, Giovanni Paolo II (nel 1986), il presidente dell’URSS, Michail Gorbačëv (nel 1990) e il presidente degli USA, Ronald Reagan (nel 1991). 

In tutte le molteplici attività delle quali è stato protagonista, Dolcini ha sempre seguito il motto - coniato da Aldo Spallicci in occasione della fondazione della Società del Passatore - “Sol da dé, gnit da dmandé”: solo dare, nulla chiedere. Proprio come Dolcini si è comportato nei confronti della sua amata terra romagnola.

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