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Romagna terra di grandi personaggi

Romagna terra di grandi personaggi

A cura di Lorenzo Matteucci

Friedrich Schürr, pioniere degli studi sul dialetto romagnolo

Friedrich Schürr è ad oggi considerato un pioniere nello studio del dialetto romagnolo

Spesso si dimentica che la storia di un territorio viene scritta non solo dagli autoctoni, ma anche attraverso il contributo di persone che di quel territorio non sono native. Nel caso della Romagna, uno di questi personaggi è Friedrich Schürr, ad oggi considerato un pioniere nello studio del dialetto romagnolo. Nato a Vienna nel 1888, dopo aver seguito in un primo momento studi di carattere ingegneristico, passò poi alla disciplina che lo aveva ‘stregato’ negli anni liceali e universitari e che avrebbe coltivato per tutta la vita: la filologia romanza. 

Quello con il dialetto romagnolo fu, però, un incontro quasi fortuito. Lo stesso Schürr lo racconta con queste parole: “[...] nel 1910, avendo chiesto un tema per la tesi di laurea al mio maestro Meyer-Lübke, questi, frugando negli scaffali della biblioteca del Seminario, trasse fuori l’edizione del Pulon Matt pubblicata nel 1887 [...], proponendomene l’analisi grammaticale [...]. Presa la laurea con quella tesi e passati alcuni mesi di studi a Firenze, sullo scorcio dell’anno 1911-1912, al ritorno passai per la Romagna, volendo sentire per la prima volta il romagnolo come si parlava. Rimasi stupefatto [...]”. In pratica, tra Schürr e il dialetto romagnolo fu amore a prima vista; o meglio, a primo udito…

Per rendersi conto della meticolosità con cui lo studioso condusse le sue indagini filologiche, basti pensare che, quando ritornò in Romagna nel 1914, si organizzò portando con sé un apparecchio per registrare le testimonianze orali dei parlanti locali: lo trasportava a dorso di mulo… A facilitare la sua indagine (e la vita del mulo) fu l’amico Aldo Spallicci, altro grande protagonista dello studio della cultura e delle tradizioni romagnole, che ospitò lo studioso austriaco in modo che fossero gli ‘intervistati’ a recarsi da lui e non viceversa.

Il risultato di questi intensi anni di studio furono tre ponderose opere: i Rendiconti dell’Accademia delle Scienze di Vienna: Parlate romagnole (del 1917), gli Studi dialettali romagnoli I. Fonologia dei testi antichi (del 1918) e gli Studi dialettali romagnoli II. Fonologia delle parlate viventi (del 1919). Successivamente alla pubblicazione di questi tomi, Schürr ottenne la cattedra di Filologia romanza in diverse università tedesche e austriache, senza però dimenticare mai il suo legame con la Romagna.

La summa delle ricerche di una vita vide infatti la luce nel 1974. Il volume La voce della Romagna. Profilo linguistico-letterario rappresentò infatti, per usare le parole dello stesso Schürr, la realizzazione del desiderio, espresso dagli “amici di Romagna” di vedere “riuniti e riassunti [tutti gli studi] in una pubblicazione più facilmente accessibile”. Nello stesso anno, lo studioso austriaco fu nominato cittadino onorario di Ravenna e “romagnolo d’onore”.  Ancora oggi l’importante associazione culturale, che ha sede a Santo Stefano di Ravenna, che si occupa della “salvaguardia e della valorizzazione del patrimonio dialettale romagnolo” è intitolata a Friedrich Schürr.

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