Giuseppe Sarti, la 'superstar' della musica classica più richiesta di Mozart
Il faentino era, nel Settecento, un compositore più richiesto persino di personaggi dai nomi illustri come Haydn e Mozart e lavorò presso importanti corti nobiliari come quella di Copenaghen e quella di San Pietroburgo
Accade talvolta che, per un ironico scherzo del destino e per i capricci della storia, personaggi un tempo sulla cresta dell’onda cadano successivamente nel dimenticatoio. Proprio questo è il caso di Giuseppe Sarti, nel 18esimo secolo ‘superstar’ nell’ambito del Classicismo e oggi nome per i cultori degli studi musicali. Eppure, il faentino era, nel Settecento, un compositore più richiesto persino di personaggi dai nomi illustri come Haydn e Mozart e lavorò presso importanti corti nobiliari come quella di Copenaghen e quella di San Pietroburgo.
Nato a Faenza nel 1727, Sarti studiò a Bologna e successivamente lavorò come organista nella sua città natale, prima di intraprendere la lunga carriera itinerante che lo avrebbe portato a lavorare lontano dalla Romagna. Dal 1753 al 1775 Sarti si trovò infatti in Danimarca, dove il sovrano Federico V lo volle come maestro di cappella presso la sua corte. Concluso il periodo danese, Sarti ritornò per alcuni anni in Italia (ma non in Romagna), soggiornando a Venezia, Bologna e Milano (dove ricoprì il prestigioso incarico di maestro di cappella del Duomo meneghino).
L’avventura all’estero riprese poi nel 1784: la zarina Caterina II di Russia - meglio nota come Caterina la Grande - gli propose di dirigere la cappella imperiale presso San Pietroburgo e Sarti, accompagnato dalla famiglia, si mise in viaggio per raggiungere la città. Tappa obbligata per raggiungere San Pietroburgo era Vienna. Nella città austriaca Sarti ebbe modo di incontrare due ‘mostri sacri’ della musica di tutti i tempi: Franz Joseph Haydn e Wolfgang Amadeus Mozart. Se, da un lato, l’incontro con il primo fu molto cordiale e all’insegna della stima reciproca, il rapporto con Mozart fu più un… ‘odi et amo’.
Mozart, infatti, in una lettera indirizzata al padre, definì Sarti “ein rechtschaffener, braver Mann” (cioè “un uomo giusto e buono”). Tuttavia il romagnolo non ricambiò la stima manifestata dall’austriaco nei suoi confronti. Anzi, nel trattato Esame acustico fatto sopra dei frammenti di Mozart (conosciuto anche con il titolo di Osservazioni critiche sopra un Quartetto di Mozart) egli arrivò a definire - forse spinto dalla gelosia… - la musica di Amadeus buona per “barbari senza orecchio”... Di certo a Sarti la personalità non mancava!
Una volta giunto a San Pietroburgo, vi rimase fino al 1801, quando, ormai anziano e debole, decise di rientrare in Romagna, senza però mai riuscirci: si spense infatti durante il viaggio di ritorno, a Berlino, nel 1802.