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Romagna terra di grandi personaggi

Romagna terra di grandi personaggi

A cura di Lorenzo Matteucci

Max David, l’"Hemingway romagnolo" che viaggiò nel mondo

Nato la vigilia di Natale del 1908 a Cervia, Max David è rimasto sempre, inscindibilmente e visceralmente, legato alla Romagna pur avendo - per passione prima ancora che per lavoro - vissuto una vita ricca di avventura in ogni angolo del globo

Nato la vigilia di Natale del 1908 a Cervia, Max David è rimasto sempre, inscindibilmente e visceralmente, legato alla Romagna pur avendo - per passione prima ancora che per lavoro - vissuto una vita ricca di avventura in ogni angolo del globo. Già a sedici anni, infatti, il suo spirito curioso lo spinse ad imbarcarsi su una nave mercantile, per esplorare i mari del nord Europa. Allo scoppio della guerra italo-etiopica, Max si trovava già nel continente africano, e vi rimase come corrispondente di guerra. Da quel momento iniziò la sua lunga e prolifica (fu inviato speciale per 40 anni, di cui 25 per conto del Corriere della Sera) carriera di giornalista e scrittore. 

Visitando paesi di ogni continente - Etiopia, appunto, ma anche Spagna, Indocina, Corea, Cina, India, Pakistan, Nigeria Argentina… - David fu testimone diretto di guerre, rivoluzioni e cadute di dittature durante tutto il corso del XX secolo. Indro Montanelli, suo collega, lo ricordava così: “Max era il collega più brillante, divertente, spiritoso, coraggioso, estroso, leale, il più alieno da bassezze e meschinità”. Spirito multiforme e dagli interessi variegati, dunque. Tra le sue opere più apprezzate, infatti, ricordiamo "Volapié", spesso considerato il miglior libro scritto in Italia sulla corrida, per il quale David ricevette il plauso di Ernest Hemingway e vinse il Premio Bagutta nel 1956.

Tra un viaggio e l’altro, tuttavia, David tornava sempre in Romagna e si recava a Cervia, nella villa di famiglia, o sulle colline di Bertinoro. Il suo legame con la terra natale rimase profondo e intenso durante tutta la sua esistenza. Alcune sue opere, infatti, sono proprio ambientate in Romagna: ricordiamo, a questo proposito, “Il Romanzo del Passatore” e “Giornalaccio romagnolo”. In quest’ultima opera, David rappresenta magistralmente la sua terra in tutte le sue sfaccettature e contraddizioni, con uno sguardo sempre attento e onesto sulla realtà: certamente il miglior omaggio che una penna raffinata come la sua avrebbe potuto fare alla sua amata Romagna.

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