Olindo Guerrini, caleidoscopico scrittore dai mille pseudonimi
Amico di Giosuè Carducci e del ravennate Corrado Ricci, è oggi famoso principalmente per i Sonetti romagnoli
Questa rubrica settimanale spera di riuscire, se non a dimostrare, quantomeno a evidenziare che la Romagna è una terra dalle mille sfaccettature. I suoi abitanti, i romagnoli, hanno ereditato la polifonia di sguardi che questo territorio offre loro per interpretare la realtà. Non è forse un caso, allora, che uno degli scrittori dalla vena poetica più trasgressiva e talvolta ‘caustica’ - ma che, come ricerche sulla sua vita privata confermano, leggeva e annotava la Bibbia e amava la tranquillità della bicicletta - sia nato proprio in Romagna.
Quel poeta, dal nome ufficiale di Olindo Guerrini, ma che fu più noto con i suoi numerosi e fantasiosi pseudonimi (su tutti, quello di Lorenzo Stecchetti), nacque a Forlì nel 1845. Non manca, tuttavia, un suo personale commento sul luogo di nascita… “Sono nato (ahimè!) a Forlì; ma la mia vera patria è Sant'Alberto, 15 km al nord di Ravenna, dove i miei avi hanno sempre vissuto” scrisse, senza nascondere una certa dose di ironia.
Trascorsa l’infanzia e la giovinezza tra Sant’Alberto e Torino (dove frequentò il Ginnasio), si trasferì a Bologna, dove svolse studi di giurisprudenza, pur non amandoli, e trovò impiego presso la Biblioteca universitaria. Da allora, Guerrini si trasferì definitivamente nel capoluogo emiliano, dove si sposò e trascorse una “vita studiosa tra la biblioteca e la casa, badando all’educazione dei figli” e distraendosi “con lunghe gite in bicicletta, lavoretti di fotografia e cure della sua villa [...]”.
Ecco quindi che abbiamo l’occasione di apprezzare un lato più personale di Guerrini, per certi aspetti più riservato rispetto alla sua immagine pubblica di poeta pungente ed eterodosso, vicino alle posizioni letterarie della Scapigliatura. Amico di Giosuè Carducci e del ravennate Corrado Ricci, è oggi famoso principalmente per i Sonetti romagnoli, opera in cui (per usare le parole del critico Walter Della Monica, purtroppo recentemente scomparso, tratte dal suo Poeti e scrittori di Romagna), “con versi dialettali molto efficaci e pieni di colore [...] vengono rappresentati tipi, figure, fatti e burle della Romagna e del Ravennate di quel tempo, facendo emergere con scanzonata trasgressione e libertà verbale la psicologia della gente della sua terra anche se con qualche alterazione e forzatura”.