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Sabato, 23 Settembre 2023
Romagna terra di grandi personaggi

Romagna terra di grandi personaggi

A cura di Lorenzo Matteucci

Padre Pasquale Tosi, l'esploratore romagnolo che "scoprì" l'Alaska

Quando gli Stati Uniti d’America acquistarono (tra l’altro per una cifra irrisoria: 7,2 milioni di dollari) l’Alaska dalla Russia, nel 1867, ne iniziarono l’esplorazione e Pasquale Tosi fu proprio un pioniere in questo senso

Se l’Alaska, ancora oggi (forse anche perché entrata nel nostro immaginario collettivo grazie a quel capolavoro cinematografico che è Into the Wild), evoca un luogo inaccessibile per la lontananza e inospitale dal punto di vista climatico, possiamo immaginare cosa rappresentasse nell’immaginazione di Pasquale Tosi e dei suoi contemporanei, nel XIX secolo.

Tuttavia il gesuita, che era nato a San Vito di Santarcangelo di Romagna nel 1837, non si fece certo scoraggiare da queste condizioni, apparentemente avverse. Anzi, egli si era recato nel continente americano già dal 1865; precisamente, aveva risieduto presso la Rocky Mountain Mission, che la Compagnia di Gesù aveva avviato nel Montana (e non fu certo l’unico romagnolo che intraprese una tale ‘carriera’: si veda, ad esempio, l’esperienza dei fratelli forlivesi Giuseppe e Pietro Bandini, che ho già trattato sul blog). 

Quando gli Stati Uniti d’America acquistarono (tra l’altro per una cifra irrisoria: 7,2 milioni di dollari) l’Alaska dalla Russia, nel 1867, ne iniziarono l’esplorazione e Pasquale Tosi fu proprio un pioniere in questo senso. A partire dal 1886, infatti, Tosi fu inviato, insieme a Louis Robaut, gesuita francese, ad accompagnare l’arcivescovo di Oregon City, Charles Seghers, in missione per esplorare il selvaggio territorio del nord-ovest.

Ben presto Tosi diventò responsabile della missione e “negli anni successivi percorse l’Alaska in tutte le direzioni, fondando undici residenze e stazioni missionarie e facendo costruire case, chiese e scuole. Giunse addirittura a dotare la missione di un battello che la collegasse a San Francisco e intraprese un viaggio di esplorazione oltre lo stretto di Bering”, come riporta il Dizionario Biografico degli Italiani a cura dell’Enciclopedia Treccani.

Durante il suo lungo soggiorno in Alaska, Tosi non si limitò all’opera di evangelizzazione, ma studiò a fondo la cultura dei popoli che lì abitavano (ad esempio, imparò a districarsi tra ben sette dialetti parlati in quei territori, scrivendo anche una grammatica in lingua nulato e un dizionario nulato-inglese) e la geografia del territorio, che esplorò (addirittura fino allo stretto di Bering!) e traspose dettagliatamente su carta. 

Stremato dalle dure condizioni climatiche e dalla sua intensa esistenza, si spense a Juneau nel 1898. Così, come riporta Eraldo Baldini, l’Alaskan News volle ricordare la sua scomparsa: “Nessuno ha tanto viaggiato l’Alaska come il reverendo padre Pasquale Tosi […]. Egli camminò migliaia e migliaia di miglia sopra un territorio mai calpestato da essere umano”. Il modo migliore per omaggiare Padre Pasquale Tosi, che visse la sua vita come un lungo percorso dalla Romagna all’Alaska. 

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