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Suono ma nessuno apre

Suono ma nessuno apre

A cura di Matteo Fabbri

Chi corre per beneficenza, chi si allena tracannando birra: 10 musicisti che hanno corso una maratona

Una sorta di “maratona virtuale” mettendo a confronto cantanti e musicisti che, anche se non l'avreste mai detto, la maratona l'hanno corsa per davvero

In occasione delle Olimpiadi e di una delle gara più importanti della rassegna, la maratona, ho contattato il bravissimo podcaster Lorenzo Maggiani, creatore del format dedicato alla corsa “Da 0 a 42” che unisce le sue due passioni: musica e running. Insieme abbiamo tratto spunto da una splendida fotografia che mi è capitato di vedere sul web, un'istantantea che ritrae un insospettabile Joe Strummer, compianto leader dei Clash, con pettorina e scarpe da ginnastica intento a correre una maratona. Facendo un po' di ricerche, abbiamo scoperto tanti altri musicisti che si sono cimentati in una 42 km e abbiamo quindi ideato una sorta di “maratona virtuale” mettendo a confronto cantanti e musicisti che, anche se non l'avreste mai detto, la maratona l'hanno corsa per davvero. Ci siamo basati sui tempi con cui hanno realmente corso una maratona, selezionando i migliori dieci.

Andiamo con ordine, dal decimo fino alla prima posizione. Al decimo posto si piazza un'icona soul e R&B dei nostri tempi, molto raffinata sia come immagine sia come proposta musicale, ovvero Alicia Keys che ha chiuso la maratona nella sua New York con un tempo in realtà un po' scarso: cinque ore e cinquanta minuti. L'importante nel suo caso era raccogliere fondi per l'organizzazione “Keep A Child Alive” che opera per garantire farmaci contro l'HIV alle famiglie e bambini in Africa. Al nono posto troviamo un personaggio completamente diverso, intanto perché è un uomo, fa un genere musicale che non c'entra nulla con Alicia Keys, la provenienza è diversa, l'immagine totalmente diversa: dalla California arrivano i paladini dell'hardcore punk americano, gli Offspring capitanati da Dexter Holland, che ha corso la maratona di Los Angeles in cinque ore e ventuno minuti. A dire il vero lui voleva fare un po' il figo e aveva dichiarato che l'unica cosa che gli interessava era battere la celebrità Oprah Winfrey. Per la cronaca non ce l'ha fatta perché il personale di Oprah, runner ancor più insospettabile, è quattro ore e ventinove minuti, un ottimo tempo per un amatore. Gli ha dato quasi un'ora di distacco!

Ecco, pensi a Dexter Holland, poi pensi alla prossima artista e dici “va beh, in una maratona vince Dexter Holland”. E invece, a dimostrazione che l'abito non fa il monaco, in ottava posizione si piazza la canadese Alanis Morissette, la rocker che ai tempi d'oro conoscevano anche i muri. Di tutto questo elenco è l'unica che ha effettuato la maratona su trail, cioè su sentiero; il che conferisce maggior valore alla sua prova di quattro ore e diciassette minuti, dato che su sentiero ci sono saliscendi e il terreno può essere impervio. Su strada avrebbe totalizzato un tempo migliore. Curiosità sulla Morissette: non riesce ad ascoltare musica mentre corre, un po' come un pasticcere che non riesce a mangiare dolci. Al settimo posto di questa gara virtuale, con una prestazione migliore di soli tre minuti rispetto ad Alanis, si posizione l'imprenditore dell'hip hop Puff Daddy che ha corso a New York per beneficenza, fruttando ben due milioni di dollari per le scuole pubbliche della Grande Mela. Nonostante il suo fisico scolpito e in formissima, Puff era molto provato alla fine tanto da dichiarare che non aveva mai sentito in vita sua un dolore mentale e fisico come quello.

Al sesto posto troviamo il nome meno conosciuto di oggi, l'esponente della quota “indie-alternative”: Ben Gibbard dei Death Cab For Cutie che si è dato al running per stare meglio mentalmente, più che fisicamente. Aveva una vita poco sana, tour lunghi, sempre lontano da casa, tante conferenze stampa, gli mancavano le figlie, ecc... e ha paragonato la vita alla maratona “superando una maratona mi sono reso conto che posso fare qualsiasi cosa”. Rimaniamo in ambito “indie-chitarristico” ma lo facciamo con la band simbolo dell'indie degli anni '80, poi diventata rapidamente un fenomeno di massa, soprattutto nel Regno Unito: per la quinta piazza di questa maratona siamo al cospetto di Johnny Marr, chitarrista degli Smiths che, pur non facendo praticamente mai assoli, è diventato nel tempo uno dei più amati, stimati e copiati geni delle “sei corde”. Ci fu un periodo della sua vita, attorno al 2010, in cui usciva spesso a correre ed era così in forma che un giorno si è detto “oggi faccio una maratona”. Il giorno dopo si sentiva talmente bene che ne ha fatta un'altra. Il terzo giorno un'altra ancora. E' andato avanti e in una settimana ha corso ben cinque maratone intere. Il suo ex compare Morrissey, invece, proprio non ce lo vedo a fare running, anzi non lo vedrei cimentarsi in nessuno sport!

Ci avviciniamo al podio e che dire del prossimo... Quando ho letto che ha partecipato a una maratona mi sono detto “ma come diavolo è possibile che uno così sia arrivato fino in fondo?”. E invece, al quarto posto di questa competizione virtuale, chiusa col tempo di tutto rispetto di tre ore e quarantuno minuti, abbiamo nientepopodimeno che quel matto di Flea, bassista e co-fondatore dei Red Hot Chili Peppers. Ma allora non è vero che per correre serve uno stile di vita sano e rigoroso... Ci spostiamo in Svezia e sul gradino più basso del podio sale un perfezionista dello studio di registrazione come membro degli Abba, Björn Ulvaeus, che ha concluso la maratona di Stoccolma in sole tre ore e ventitre minuti. Ecco, lui ha iniziato a correre per un motivo comune a tanti di noi, me compreso: si sentiva sovrappeso e soprattutto doveva entrare nelle tutine che indossavano gli Abba sul palco. Per la medaglia d'argento, con un ottimo crono, torniamo al rock puro di matrice 70s, ma curiosamente saltato fuori negli anni duemila: parliamo dei simpatici Darkness e del loro chitarrista, Dan Hawkins, che ha corso per una causa molto personale. Dall'età di tre anni hanno diagnosticato a sua figlia il diabete di tipo 1, una malattia incurabile. Per recuperare fondi Dan ha lanciato una campagna in prima persona correndo la maratona di Londra in tre ore e ventuno minuti.

Prima di passare al vincitore, mi sembra giusto menzionare il nostro inossidabile Gianni Morandi, che ha corso un'infinità di maratone, addirittura tredici volte quella di New York. Gianni corre costantemente dal 1997 e nel tempo, con una media di 35-40 km a settimana, ha superato i 40.000 km totali percorsi. E arriviamo finalmente al primo posto di questa maratona virtuale (ma basata su tempi reali) dove troviamo colui che abbiamo citato all'inizio dell'articolo, l'artefice inconsapevole della nostra idea. Taglia il traguardo al primo posto, tra l'altro con un tempo pazzesco, il grandissimo Joe Strummer dei Clash, considerati gli alfieri del punk britannico (anche se dire solo punk è un po' riduttivo, sono una grande rock band in senso ampio, a volte hanno anche spiazzato critica e pubblico perché hanno osato molto). Parlando di running, quella di Strummer è stata una performance da maratoneta navigato con un signor tempo di tre ore e venti minuti a Londra nel 1983. E' uno a cui non daresti due lire a vederlo. Quando gli hanno chiesto come preparasse le maratone, lui ha risposto “bevo dieci pinte di birra la sera prima della gara e non corro un solo passo nelle quattro settimane prima della maratona”. Insomma, in un colpo solo ha sfatato tutti i miti sulla preparazione e sull'alimentazione del running. Viva il punk, viva Joe Strummer!

A questo link è possibile ascoltare il podcast della puntata

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