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Suono ma nessuno apre

Suono ma nessuno apre

A cura di Matteo Fabbri

Parte l'Eurovision 2022: 5 bellissime canzoni che (non) vinceranno

Ho ascoltato alcune volte tutte le canzoni, e devo dire che nell’edizione 2022 ci sono diversi ottimi pezzi in gara. Ve ne segnalo qualcuna, secondo me, meritevole (che ovviamente non vincerà...)

“Eurovision” è un termine ormai sulla bocca di tutti. (Anche) in questo i social hanno fatto da amplificatore. Eppure fino a pochissimi anni fa non se lo filava praticamente nessuno, perlomeno qui in Italia. Era come se non esistesse, come se fosse una sorta di realtà parallela: sapevamo che c’era ma non lo si seguiva, un po’ perché visto come una specie di “baracconata”, un po’ anche perché l’Italia per anni nemmeno ci ha partecipato. Se non ricordo male, se ne è iniziato a parlare con una certa insistenza solo dal 2017 circa, anno in cui il Festival di Sanremo lo vinse Gabbani con la sua contagiosa “Occidentali’s Karma”, un pezzo che, oltre a essere bello e accattivante, tutti trovavamo molto radiofonico e ben spendibile anche in un contesto internazionale. E in effetti ne avevamo ben donde: il pezzo godette di un discreto successo anche nella rassegna europea.

Da lì in poi ogni anno questa parola, “Eurovision”, torna prepotentemente in auge nelle nostre bocche e sui nostri profili social. Tanto che, addirittura, quando ci si trova a commentare la kermesse sanremese nei nostri salotti non di rado si sentono commenti come “questa canzone sarebbe perfetta per l’Eurovision”. E di certo il trionfo dei Måneskin nell’edizione del 2021 ha contribuito al boom. Insomma, questa manifestazione sta diventando sempre più importante e a ridosso del suo inizio (quest’anno si terrà a dal 10 al 15 maggio) si percepisce parecchia eccitazione a riguardo, anche perché in questo caso giochiamo in casa (la sede dell’edizione in partenza è Torino).

Personalmente, ammetto che fino qualche tempo fa ero piuttosto scettico e non mi ci sono mai appassionato fino in fondo. Inizialmente mi sembrava si badasse più che altro al folklore, ai limiti del trash (sia nel vestiario che nella sostanza musicale). Effettivamente una quota di pezzi scadenti in concorsi di questo genere è fisiologica e, anzi, sarebbe strano il contrario. Eppure, a ben vedere, prestando più attenzione non è raro imbattersi in belle composizioni. Brani che in alcuni casi ci risultano ostici solo per un fattore linguistico, ma che probabilmente se fossero in italiano o inglese saluteremmo con interesse e passione. In realtà proprio la questione della lingua è affascinante: recentemente si è assistito a un progressivo ritorno di canzoni interpretate nella propria lingua madre, dopo che per tanti anni molti prediligevano esibirsi in inglese per avere più possibilità di vittoria (cosa che in effetti si è verificata in tante occasioni). Questo cambio di rotta ha donato più genuinità alla gara. E’ vero che l’inglese renderebbe più digeribili i brani, ma d’altro canto appiattirebbe molto il quadro generale. Il bello di queste rassegne, infatti, è proprio l’originalità e le varie diversità messe in campo.

Al di là di questo, ho ascoltato alcune volte tutte le canzoni, e devo dire che nell’edizione 2022 ci sono diversi ottimi pezzi in gara. Ve ne segnalo qualcuna, secondo me, meritevole (che ovviamente non vincerà...):

-LPS - “Disko” (Slovenia): pezzo freschissimo, estivo, simpatico, come il gruppo che lo propone. Ballabile ma al contempo ottimo come sottofondo funky durante un aperitivo in spiaggia. Non vincerà proprio per questi che, secondo me, sono solo dei pregi, soprattutto in manifestazioni che spesso premiano invece pezzi più tronfi.

-Alvan & Ahez – “Fulenn” (Francia): dance oscura dal gusto medievale. Direi che non c’è bisogno di aggiungere altro. La Francia si conferma, come sempre, una delle scene musicali più floride e originali del continente.

-S10 - “De Diepte” (Paesi Bassi): forse il pezzo più “internazionale” del lotto, nel senso che ha uno stile e delle caratteristiche per le quali potrebbe tranquillamente entrare in classifica ovunque (se fosse cantato in inglese). E’ un brano d’atmosfera, ma vigoroso. Ricorda qualcosa degli Imagine Dragons (meno potente però, e con voce femminile). Un perfetto esempio di come dovrebbe essere il Pop da classifica.

-Systur - “Með hækkandi sól” (Islanda): pezzo arioso, da viaggio, chiudi gli occhi ed è come se ti trovassi in quelle lande desolate. Un bel sound pieno, corposo, ma etereo e sognante allo stesso tempo.

-Kalush Orchestra – “Stefania” (Ucraina): un pezzo che mescola ottocento cose: hip hop, canti tradizionali, una base elettronica con bassi potenti, un coro epico e strumentazioni folk. Di certo non passa inosservato, e infatti viene dato tra i favoriti.

E l’Italia? “Brividi” di Mahmood e Blanco è sicuramente un bel pezzo, probabilmente a livello di produzione è il più moderno tra quelli in competizione. Forse può pagare l’eccessiva melensaggine di certi frangenti, ma qualche chance ce l’ha, non foss’altro che l’Italia ha già trionfato lo scorso anno, e ripetersi è dura. Non è che alla fine stavolta la cosa peggiore dell’Eurovision saranno i conduttori?

A questo link è possibile ascoltare il podcast Suono ma nessuno apre

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