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Suono ma nessuno apre

Suono ma nessuno apre

A cura di Matteo Fabbri

'Pop Life', gli anni d'oro della musica raccontati da Luca De Gennaro

De Gennaro racconta un'impressionante quantità di aneddoti e incontri ravvicinati che ha vissuto in prima persona. Da quella volta che Mick Jagger gli ha telefonato a casa, a quando David Bowie per stemperare la tensione durante un’intervista gli ha chiesto una sigaretta

Ho avuto l’onore e soprattutto il piacere di fare una chiacchierata con una delle più importanti firme e voci della divulgazione musicale in Italia. Parlo di “piacere” perché l’estrema disponibilità e gentilezza mostrata da un professionista di lungo corso come Luca De Gennaro ti fanno quasi sembrare di essere al pub con un amico davanti a un paio di birre. De Gennaro, tra le tante cose, è conduttore su Radio Capital, disc-jockey, giornalista, critico musicale, docente universitario, manager televisivo, direttore del canale VH1 e con un ruolo di prim’ordine musicale anche per MTV, oltre che essere stato giurato a Sanremo e creatore di altri ottocento progetti, tra cui il libro uscito poche settimane fa, e già in testa alle classifiche di vendita, intitolato “Pop Life” (Rizzoli Lizard). Ed è proprio di questo che vi parlo oggi.

Il sottotitolo di questo volume è “1982-1986 – i cinque anni d’oro della musica” e il motivo di questa dicitura è molto semplice: De Gennaro parte da due eventi “tecnologici”, fondamentali per lo sviluppo della musica, accaduti proprio nel 1982, e che hanno trasformato il successivo lustro in un periodo di grande fermento musicale, sotto tanti punti di vista. Queste due rivoluzioni sono state: la nascita di MTV (e quindi la centralità che inizia ad avere il formato “videoclip”) e l’avvento del CD (e quindi una possibilità di fruizione musicale molto più immediata da parte di chiunque). Gli anni di cui tratta sono stati un’esplosione eterogenea di suoni, colori e ritmi. Un’epoca in cui generi completamente diversi tra loro convivevano pacificamente, anche in classifica. E spesso, nonostante le differenze, si influenzavano a vicenda.

Sono infatti gli anni delle popstar e della New Wave, ma anche del Rap, del Metal e della Dance. Oltre che di tante proposte che non disdegnavano il sano rock chitarristico, che pure durante gli anni ‘80 c’è stato (Dire Straits, Bon Jovi, Springsteen, Bryan Adams, e via dicendo). Anni in cui, seppur la sopracitata MTV parlasse a un pubblico giovane, si assiste anche a una seconda giovinezza per molti artisti famosi nel decennio precedente (e ormai considerati “bolliti”), come nel caso di Tina Turner, gli America, Peter Gabriel solista, Hall & Oates e tanti altri. In alcuni casi questo rinnovato successo è stato di portata anche maggiore rispetto ai fasti passati. Tanto che viene da pensare che senza l’arrivo di MTV forse non avremmo avuto certi grandi dischi (penso anche solo a un “Let’s Dance”).

Fin qui sembra tutto abbastanza normale e canonico, no? Il classico libro sulla storia della musica pop-rock. Invece no! Cosa rende “Pop Life” diverso da tutti gli altri libri che trattano lo stesso tema? E’ presto detto: la passione che si percepisce dalla penna di De Gennaro e l’impressionante quantità di aneddoti e incontri ravvicinati che quest’uomo ha vissuto in prima persona. Da quella volta che Mick Jagger gli ha telefonato a casa, a quando David Bowie per stemperare la tensione durante un’intervista gli ha chiesto una sigaretta e si è tolto le scarpe, o ancora il pomeriggio passato a New York nell’abitazione dell’indimenticato artista Keith Haring. Per non parlare dei concerti storici a cui ha assistito e che racconta con dovizia di particolari intriganti: come il live di Springsteen a Zurigo, quando il buon Luca riesce ad entrare in Svizzera pur col documento scaduto, o quello dei Police a Reggio Emilia, in cui il nostro finisce in mezzo a una rissa che lo porta a una serie di peripezie e una delle notti più assurde della sua vita.

O ancora nel 1981 il concerto degli ancora esordienti U2, col biglietto acquistato direttamente al botteghino del teatro, pochi minuti prima dell’esibizione, per soli nove dollari. O infine quella volta in cui sempre i Police suonarono di fronte a sole quattro persone (quattro!) perché non volevano deluderle. Durante la lettura si sente proprio la sua voglia di “vivere” la musica, ovvero sbattersi, andare a concerti, anche lontani, prendere treni, autobus, dormire in stazione, per strada o a casa di perfetti sconosciuti. Nel nome del rock’n’roll. Una delle parti più affascinanti della lettura sono i continui riferimenti a località estere. In particolare New York torna tantissime volte e per certi versi è l'anello di congiunzione geografico del libro: De Gennaro riesce a farti respirare l’atmosfera e l’energia che si provava nella Grande Mela degli anni ‘80, dentro a locali storici come il “Paradise Garage”.

Si tratta, insomma, di una lettura molto personale e coinvolgente. Non il classico testo di storia della musica come tanti, con una paginetta didascalica per ogni artista e le solite notizie scopiazzate qua e là da Wikipedia. Bensì un’opera frutto di esperienze personali e aneddoti vissuti sulla propria pelle in uno dei periodi d’oro della musica, con curiosità che si possono trovare solamente all’interno di queste trecento pagine. E’ un libro “per tutti”. Nel senso che non ci sono troppi tecnicismi, per cui è adatto anche a chi non è un “espertone”; ma allo stesso tempo è ricco di storie gustose che stuzzicano il palato di tanti appassionati. In più, nonostante molti capitoli siano collegati tra loro, è consultabile “qua e là”. Cioè puoi permetterti di aprirlo in una pagina a caso e trovare una storia che può anche essere letta da sola, separata dal resto. Il tutto corredato da “intermezzi musicali”: De Gennaro ha avuto l’idea di inserire alcuni brevi capitoletti composti solo da playlist anno per anno, con tanto di QR Code scansionabile per farle partire su Spotify. Un modo comodo per contestualizzare, ascoltando la musica di cui parla proprio mentre “la leggi”. Grazie a “Pop Life” ho scoperto alcune chicche clamorose di cui ignoravo l’esistenza. Insomma, non si finisce mai di imparare. Se poi il maestro è Luca De Gennaro...

A questo link è possibile ascoltare l'episodio del podcast

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