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Giovedì, 25 Aprile 2024
Suono ma nessuno apre

Suono ma nessuno apre

A cura di Matteo Fabbri

Scoprire Battisti o Battiato grazie al pc: l'importanza di Spotify nell'educazione musicale dei giovani

E’ importante che in qualche maniera ai giovani venga data l’opportunità di capire la grandezza di musicisti che hanno fatto la storia

Il boom di streaming avuto recentemente dal catalogo musicale del grande Franco Battiato, nelle settimane successive alla sua morte, mi ha fatto riflettere sull’importanza di piattaforme come Spotify per l’educazione musicale (passatemi il termine) dei più giovani. Certo, il dislivello di reazioni alla scomparsa del maestro tra YouTube e Spotify è abbastanza elevato, a riprova di quanto il pubblico di quest’ultimo sia mediamente più giovane. Però mi fa sempre piacere notare andamenti del genere e penso dovremmo tutti essere contenti se qualche ragazzo ha modo di riscoprire artisti del passato di questo spessore.

A tal proposito, mi sono tornate in mente le polemiche sterili susseguite allo sbarco (di parte) della discografia di Lucio Battisti sulle piattaforme digitali un paio d’anni fa. Ricordo nitidamente un commento che le riassume perfettamente: “A quelli che si esaltano per la musica di Battisti su Spotify, ricordo che esistono vinili, cd e tante musicassette dei suoi album acquistabili da più di quarant'anni”. Ora: 1) Ho i vinili, ma purtroppo in macchina non c’è il giradischi quindi Spotify può risultare comodo in certe occasioni. 2) Io sono per la condivisione, per cui ben venga se anche le nuove generazioni hanno la possibilità di scoprirlo. 3) I dischi si comprano? Beh, Spotify lo pago regolarmente (e, come me, tanti altri).

Acquistare la musica è fondamentale, ma non è questo il punto. Dobbiamo fare i conti col fatto che i ragazzi di oggi non sanno nemmeno cosa sia il supporto fisico. Sì, è vero, i vinili sono tornati di moda, ma non riguardano molto i ragazzi perché costano quello che costano. E’ importante che in qualche maniera ai giovani venga data l’opportunità di capire la grandezza di musicisti che hanno fatto la storia. Su mille ragazzi che si imbattono casualmente nello streaming di un brano di Battisti o Battiato o Prince (per citare un altro la cui discografia ha tardato prima di diventare disponibile digitalmente), magari ce ne saranno solo venti che approfondiranno. E di quei venti magari solo tre si invaghiranno a tal punto da iniziare a comprare cd o vinili. Meglio che niente. E’ una possibilità in più che forse, senza streaming, non avrebbero avuto.

E’ ovvio che i dischi di Battisti si possano trovare ovunque da sempre, ma siamo nel 2021 e il modo di fruire musica è cambiato. La gente (giovani ma non solo) ascolta musica nei luoghi e momenti più disparati, ed è innegabile che lo smartphone sia lo strumento più comodo per farlo. Anche perché ti permette di ascoltare Battisti e due minuti dopo David Bowie e poi ancora Marvin Gaye. Cose che non puoi fare col lettore cd, in maniera così agile. Poi, certo, puoi continuare a usare il lettore cd in macchina o ad ascoltare i vinili in casa. Io ho i vinili di Battisti (non tutti), ma l'altro giorno mi sono fatto un'ora di corsa in pineta con Spotify e le mie canzoni preferite del suo repertorio. A me francamente dispiace molto per l’oscuramento di certi personaggi. E’ un peccato che per le nuove generazioni uno come Battisti sia quasi invisibile o venga percepito come un artista di nicchia. Sembra strano a dirsi, ma per gli adolescenti se non sei su Spotify non esisti. Il problema è il loro, non il nostro. Per alcuni invece essere su Spotify equivale a una sorta di sputtanamento. Ma bisogna capire che è un modo per farsi conoscere anche dalle nuove leve. Tra l’altro gli oppositori ai servizi di streaming si contraddicono: dicono che Battisti dovrebbe essere oggetto di "ricerca" per i giovani intenditori e non buttato in mezzo alla spazzatura di oggi; però poi gli va bene se si trova su YouTube, una vera e propria giungla disordinata di upload multipli, di qualità diversa, mal gestiti (anzi non gestiti affatto), spesso senza canali ufficiali degli artisti, magari tra un video di Sgarbi e uno dell’Isola dei Famosi, immersi in quella fogna di commenti idioti. Spotify quantomeno ha un ordine e un criterio: le discografie sono curate e permettono, quelle sì, ai giovani appassionati (e non solo) di approfondire.

Nessuno ovviamente si aspetta una folgorazione da parte dei ragazzini oppure che si mettano a recuperare la musica dei grandi del passato. Ma intanto è lì, a disposizioni di tutti, con possibilità di inserimento nelle playlist (oggigiorno è così che i ragazzi scoprono la musica, vecchia e nuova). Magari non l'andranno a cercare appositamente, ma ci potranno incappare e da lì potrebbe nascere un interesse, curiosità di recuperare altro, cosa che prima era invece impossibile. Poi, certo, ai tempi lessi commenti imbecilli anche dall’altra parte della barricata. Ricordo, ad esempio, frasi apocalittiche come “la sua opera salvata dall'oblio” oppure “come abbiamo fatto in tutti questi anni senza la sua musica?” o ancora “finalmente potrò ritornare ad ascoltare Battisti". Follia allo stato puro anche in quel caso.

Ho affrontato questo argomento anche nella piacevole chiacchierata musicale fatta per il mio podcast “Suono Ma Nessuno Apre” assieme a Luca Sofri del Post, dove lui mi faceva notare come probabilmente tutto questo fosse figlio di quel meccanismo che da una parte deridiamo, ma dall’altra riguarda tutti noi, di voler in qualche modo “possedere” qualcosa e sentirlo solo nostro. L’affermazione di possesso passa spesso attraverso formule tipo “mi piacciono i Cure, ma i primi Cure”. Immagino che chi diceva queste cose di Battisti su Spotify lo facesse inconsciamente per rivendicare in qualche maniera il fatto che lui c’era prima, che conosceva Battisti da prima e gli piaceva da prima. Io continuerò a essere felice di trovare anche in streaming contenuti di valore, nell’attesa, chissà, che nelle scuole, affianco a storia dell’arte, inseriscano anche storia della musica (quantomeno quella moderna).

A questo link è possibile ascoltare il podcast della puntata

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