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Cronaca

12 bambini non vaccinati ricoverati a Ravenna, il primario: "Vaccinare i più piccoli è un gesto d'amore ragionato"

Marchetti: "I bambini possono avere complicanze a livello di malattie infiammatorie. Ci sono anche stime di bambini che non ce l'hanno fatta, per fortuna davvero pochi, però il rischio zero non esiste"

I casi di Covid aumentano, soprattutto tra i più piccoli. E mentre il governo studia nuove misure per cercare di contenere i contagi, il sindaco Michele de Pascale martedì è tornato alle dirette Facebook per confrontarsi sui temi della sanità e dell'emergenza Covid con gli esperti ravennati. In particolare, nel corso della diretta con il primario di Pediatria e Tin (Terapia intensiva neonatale) di Ravenna Federico Marchetti è stato approfondito il tema delle vaccinazioni anticovid per la fascia 5-11 anni.

L'importanza della vaccinazione nei più piccoli

"L'infanzia si protegge bene, nei bambini il Covid non è così cattivo come negli adulti. Tuttavia il rischio non è zero - specifica il primario - A distanza di 2-6 settimane dall'infezione, i bambini possono avere complicanze a livello di malattie infiammatorie: noi nel solo ambito di Ravenna ne abbiamo ricoverati 12, alcuni casi sono andati in terapia intensiva, perchè la portata cardiaca si riduce. E' una complicanza evitabile se non si prende il Covid. Ci sono anche stime di bambini che non ce l'hanno fatta, per fortuna davvero pochi, però il rischio zero non esiste e questo va tenuto in considerazione anche alla luce di un aspetto: è un virus che sta circolando nelle categorie che sono proprio in questa fascia di età, dai 10 anni in giù, mentre negli adolescenti la curva di picco è molto ridotta grazie alla coperatura vaccinale".

Il medico sottolinea l'importanza della vaccinazione anche per quanto riguarda altre malattie: "Il rotavirus, di cui i reparti erano strapieni, ora si vede sempre meno. Altra malattia che non si vede più è la rosolia congenita. Per quanto riguarda la vaccinazione per l'Hpv, il tumore del collo dell'utero si sta riducendo in maniera drammatica. Anche l'epatite B, malattia cronica per definizione, non esiste più nel bambino. Tempo fa abbiamo rivisto una meningite, che non si vedeva da anni in un bambino, ma era un ceppo non coperto dal vaccino. Sono tutti esempi per dare il significato della vaccinazione. La scelta del vaccino in questa età deve essere individuale, ma ha anche una ricaduta collettiva sempre per la stessa fascia di età. Bisogna tenere conto di quelli che sono i benefici rispetto ai rischi. Un anno fa dissi che non era ancora il tempo di vaccinare i bambini: su questa cosa abbiamo pensato molto, e per arrivare a essere così convinto della vaccinazione ho messo insieme tasselli giorno dopo giorno. Si pensa che il bambino in quanto tale ce la faccia per definizione, ma non è sempre così. La vaccinazione può ridare quel senso di salute, di benessere, di libertà. Il bambino vaccinato si sente protetto, la sua famiglia sa che è protetto. Ci ricordiamo tutti le scuole chiuse, ora stiamo migliorando ma rischiamo di tornare in situazioni non ideali. Molti hanno sentito parlare del Long-Covid: nell'adulto è drammatico, nel bambino se ne parla un po' a sproposito. Bambini che hanno vissuto la paura di avere avuto il Covid hanno continui mal di testa e difficoltà di concentrazione. Noi scommettiamo sul futuro di una generazione che fra 10-20 anni sarà artefice del nostro futuro, e noi dobbiamo preservare questi bambini al massimo".

Effetti collaterali?

Marchetti spiega che nei bambini viene utilizzato il vaccino di Pfizer. "Viene iniettato un terzo della dose rispetto all'adulto, e così facendo la prevenzione di infettarsi con sintomi è del 91%, mentre quela di prevenire le complicanze è pressochè totale. E questo ci interessa, che anche quel 9% che rischia di infettarsi non abbia complicanze importanti. Attualmente negli Stati Uniti sono stati vaccinati 7 milioni di bambini, 5 con la prima e 2 con la seconda dose, e su 7 milioni di dosi hanno riscontrato appena 14 casi di miocardite o pericardite. Questo ci mette in una situazione di assoluta serenità".

Qualche genitore si domanda se ci siano correlazioni tra vaccino anticovid ai più piccoli e sviluppo di malattie autoimmuni. "Attualmente c'è una massima raccomandazione al vaccino anche dei bambini in terapia con farmaci immunosoppressori - spiega il primario - Non c'è evidenza scientifica che questa vaccinazione possa favorire malattie autoimmuni". Per quanto riguarda invece i vaccini per la fascia 2-5 anni, "i primi dati sulle sperimentazioni hanno detto che bisogna ricominciare da capo, non perchè si siano fatti danni, ma perchè non si è ottenuta la risposta immunitaria migliore", spiega marchetti.

Covid a scuola, classi in quarantena e ritorno alla dad

Il Covid ha ricominciato già da tempo a pesare in maniera notevole sulle scuole - l'ultimo bollettino Covid, per quanto riguarda il ravennate, riporta ben 62 classi in quarantena. "Vediamo davvero un peso importante sulle quarantene delle classi - spiega il sindaco de Pascale - La didattica a distanza è limitativa in tutte le fasce d'età, ma se nelle scuole superiori ha una sua "dignità", più andiamo verso una scuola dell'infanzia e più è peggio. Oggi stiamo vedendo una percentuale molto elevata delle quarantene spostata sull'età più bassa, su scuole elementari e asili (dove non si usa neanche la mascherina). Ci stiamo dicendo che non abbiamo fatto la dad quest'anno, ma in realtà è un'illusione, la stiamo facendo un po' random". "C'è una stima nazionale che dice che il 20% degli infetti appartiene alla fascia d'età da 1 a 11 anni - sottolinea Marchetti - Per fortuna le percentuali di vaccinati a Ravenna sono sempre state le più alte in regione, un risultato dato anche dal grande lavoro fatto dai pediatri".

"Qualche mio collega ha proposto di rendere obbligatorio il Green Pass anche per gli studenti a scuola - dice de Pascale - Io non sottoscrivo questo appello, non penso sia applicabile, ma credo si debba invece puntare sulla sensibilizzazione dei genitori". "Concordo pienamente, il mondo della pediatria non potrà mai accettare il Green Pass obbligatorio per l'infanzia - concorda Marchetti - Dev'essere una scelta consapevole e ragionata da parte dei genitori". Il sindaco però aggiunge un'altra cosa: "Non riesco a capire come un genitore possa assumersi la responsabilità di una scelta sulla salute dei suoi figli diversa rispetto a quella che è l'indicazione della comunità scientifica. Io non lo farei mai. La responsabilità non è solo quella di fare una cosa, ma anche di non farla, a volte su questo c'è una percezione un po' distorta". "Il vaccino è un gesto d'amore ragionato", commenta concordando Marchetti.

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