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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Aveva 22 lavoratori irregolari e 5 'in nero': hotel della costa ravennate rischia una maxi sanzione

Dagli accertamenti della Guardia di Finanza sarebbe emersa una sistematica evasione fiscale e contributiva da parte della struttura alberghiera

Lavoratori irregolari o completamente in nero: sono queste le accuse mosse dalla Guardia di Finanza contro un hotel dei lidi ravennati. Sulla base dell’esito del piano provinciale di controllo messo in campo durante l’estate scorsa, i reparti territoriali della Guardia di Finanza della provincia di Ravenna stanno infatti ultimando gli accertamenti nei confronti delle strutture alberghiere ispezionate, contestando le numerose irregolarità emerse a loro carico. Questa volta a vedersi notificare il verbale di accertamento è stata la società che gestisce un albergo in Lido di Savio dove, anche a seguito di una segnalazione, i Finanzieri del Gruppo di Ravenna a fine luglio scorso avevano deciso di effettuare un controllo a sorpresa, che avrebbe permesso di acquisire numerosa documentazione extracontabile relativa all’impiego dei lavoratori stagionali e di intervistare i numerosi dipendenti presenti in quel momento nella struttura.

Sula base di tutti gli elementi raccolti e delle comunicazioni di legge effettuate agli enti previdenziali, sarebbe quindi emersa una sistematica evasione fiscale e contributiva attuata prevalentemente attraverso la contabilizzazione in busta paga di un numero di ore prestate da ciascun lavoratore ben inferiore a quelle effettivamente svolte. In pratica sarebbero stati identificati ben 22 dipendenti, in maggioranza di nazionalità rumena, ma anche diversi italiani, assunti con contratti a tempo determinato part time che si vedevano rilasciare a fine mese buste paga riportanti un numero di ore lavorate pari a circa la metà di quelle realmente prestate, risultate di norma pari a 11 ore giornaliere con tre pause da 30 minuti.

Inoltre, altri 5 lavoratori, di cui 4 extracomunitari e un cittadino rumeno, avrebbero prestato servizio senza alcun formale rapporto di lavoro, risultando completamente in nero, salvo essere poi regolarizzati subito dopo la visita delle Fiamme Gialle. In questo modo, secondo i militari, sarebbero stati illecitamente abbattuti gli oneri contributivi e previdenziali a carico della struttura e sottratta a tassazione una base imponibile stimata prudenzialmente in oltre 35.000 euro in soli tre mesi di attività. Ora la società diffidata dovrà regolarizzare le posizioni contributive dei dipendenti se vuole vedersi comminare le sanzioni minime previste dalla legge, altrimenti si vedrà contestare una maxi sanzione che potrà arrivare anche a 20.000 euro.

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