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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

30 ore in pronto soccorso, l'Ausl: "Ci scusiamo, presto nuovo personale e tempi più rapidi"

Ha destato molto scalpore la denuncia di una donna in merito alla lunga attesa alla quale sarebbe stata sottoposta la madre, 71enne in carrozzina, in attesa di essere visitata al pronto soccorso

Ha destato molto scalpore, lunedì, la denuncia di una donna in merito alla lunga attesa alla quale sarebbe stata sottoposta la madre, 71enne in carrozzina, in attesa di essere visitata al pronto soccorso dell'ospedale di Ravenna. L'episodio è finito al centro di un question time del capogruppo di Lista per Ravenna Alvaro Ancisi.

"Sostenere che il percorso che ha portato al ricovero della paziente si sia limitato all’”attesa” non è propriamente corretto e non rende del tutto l’idea della situazione reale - replicano dall'Ausl - La signora è giunta all’ospedale su invio del medico di famiglia per una visita infettivologica, a seguito del persistere di febbre successiva a un intervento chirurgico ortopedico che ha avuto luogo, nei giorni precedenti, presso un privato accreditato. Visita che è stata regolarmente effettuata, dopo la quale il medico ha ritenuto opportuno sottoporre la paziente a un approfondimento clinico e l’ha dunque avviata al pronto soccorso per eseguire esami ematici completi, emocolture, esami di radiologia e visita ortopedica. Tale percorso, a seguito delle molte urgenze che si sono susseguite nelle ore successive e a un numero complessivo di accessi che ha superato i 300 nelle 24 ore, ha trovato compimento dopo molte ore con la decisione dei medici, per quanto emerso dalle valutazioni cliniche svolte, di procedere col ricovero. Va però evidenziato che, in tale periodo, la paziente non solo ha effettuato gli esami prescritti, ma è stata costantemente monitorata ed è stata ritarata la terapia farmacologica che stava assumendo (va in questo senso segnalato che nel frattempo la temperatura corporea si è abbassata e stabilizzata)".

"Durante il lungo periodo in cui è stata in carico al pronto soccorso - precisano dall'azienda sanitaria romagnola - vi è stato, da parte del personale, l’impegno per cercare di minimizzare i conseguenti, comprensibili disagi relativi all’accoglienza e alla sistemazione logistica, per i quali ci si scusa con la signora e i suoi famigliari. Impegno che sempre viene messo in atto e che comprende anche una valutazione sulla somministrazione dei pasti, laddove possibile in ordine alla specifica condizione clinica e tenendo comunque conto della situazione complessiva di un servizio vocato all’emergenza e all’alto numero di accessi. E in generale è forte e costante, e sempre più lo sarà anche sulla scorta delle recenti indicazioni regionali, l’impegno aziendale per migliorare e rendere più veloci ed efficaci possibile i percorsi d’accesso alle cure. Allo stesso tempo continuerà una duplice opera mirata, da un lato a implementare percorsi territoriali alternativi al pronto soccorso per i pazienti per i quali tale accesso è inappropriato, e dall’altro a potenziare gli organici di questo, così come di altri servizi ospedalieri. A tal fine è continua l’opera di selezione e reclutamento di medici, in particolare per l’emergenza e, sul fronte assistenziale, si stanno percorrendo le graduatorie per l’immissione in servizio (con i tempi consentiti dagli iter burocratici) di nuovi infermieri ed oss".

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