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Cronaca Brisighella

60 anni di nozze e l'amore per la 100 km del Passatore: "Trascinai mio marito nella corsa e lui smise di fumare"

Il racconto della signora Marta: "La 100 km del Passatore ci fece capire che avevamo resistenza. All’epoca si era soliti dire che le donne non erano sufficientemente forti per competere in ultramaratone e io provai a me stessa che erano solo stereotipi"

La 100 km del Passatore è foriera di infiniti aneddoti venendo disputata dal 1973 e coinvolgendo migliaia di persone. Venerdì 29 luglio, due ex concorrenti della Firenze-Faenza Marta Billi e Vittorio Matteuzzi festeggiano 60 anni di matrimonio e non hanno mancato di ricordare una grande passione che da sempre li accomuna, ovvero quella per la 100 km del Passatore.          
           
Per la signora Billi, faentina classe 1943 sono ben 25 le 100 km del Passatore portate a termine, la prima nel ’78 mentre l’ultima nel 2006. Il marito Vittorio, bolognese classe 1939 ha disputato invece 7 edizioni della Cento tra il ’79 e l’87, principalmente per accompagnare e seguire l’amore della sua vita, Marta.

Casualmente, il 29 luglio, è anche Santa Marta, onomastico molto caro alla signora Billi che ricorda: “Negli anni ’70 lavoravo al Sant’Orsola a Bologna in radiologia. Un collega podista mi mise curiosità nei confronti della corsa e provai disputando gare di pochi chilometri sino ad arrivare alla 100 km del Passatore. All’epoca, quando iniziai a preparare la Cento mi misi a ridere perché ero abituata a cimentarmi in distanze molto più ridotte. Delle 28 edizioni della Cento cui ho partecipato ne ho concluse 25, mentre in tre occasioni mi sono ritirata”.

Dal 2007 residenti a Brisighella, dove Matteuzzi ha un’officina di oleodinamica, la coppia continua a ricordare la Cento per ciò che ha significato per loro: “All’epoca trascinai mio marito nella corsa e per starmi dietro smise di fumare (ride) – ricorda con una punta d’orgoglio Marta, aggiungendo - La 100 km del Passatore ci fece capire che avevamo resistenza. All’epoca si era soliti dire che le donne non erano sufficientemente forti per competere in ultramaratone e io provai a me stessa che erano solo stereotipi. Non siamo mai stati una coppia competitiva, ma correre ci faceva stare bene”. La passione per la corsa contagiò anche il figlio Nicola che disputò la Firenze-Faenza a 16 anni, vincendo dopo diversi premi nelle maratone.

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