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Cronaca

8 marzo, la prevenzione è donna: screening gratuito per l'osteoporosi

Questo screening di primo livello permette di indagare la salute ossea tramite una tecnica diagnostica altamente efficace che studia l’invecchiamento dell’apparato scheletrico

Giovedì 8 marzo, dalle 10 alle 18 presso Maria Cecilia Hospital, San Pier Damiano Hospital e Ravenna Medical Center sarà possibile sottoporsi gratuitamente a un’ultrasonometria ossea, un esame non invasivo e di rapida esecuzione che calcola la densità ossea a livello del calcagno. Valutare il rischio di fratture è il primo passo per una prevenzione mirata al benessere del paziente. Questo screening di primo livello permette infatti di indagare la salute ossea tramite una tecnica diagnostica altamente efficace che studia l’invecchiamento dell’apparato scheletrico. L’apparecchiatura impiegata utilizza gli ultrasuoni e ne misura la velocità e la capacità di penetrazione attraverso l’osso. Combinando questi due dati si ottiene quello che viene chiamato T-score, un valore utile per definire il rischio di fratture osteoporotiche. L’osteoporosi è una patologia che colpisce maggiormente il genere femminile: si stima che in Italia il 23% delle donne sopra i 40 anni ne soffra. Questo perché con la menopausa si manifesta uno scatto repentino nella secrezione di ormoni che vengono a mancare, facilitando la riduzione della massa ossea. Nell’uomo ciò avviene in modo più graduale con l’andropausa, lasciando al corpo i tempi per adattarsi.

“Si consiglia questo screening a tutte le donne in menopausa, e anche prima se notano un incurvamento in avanti della colonna, o se hanno fattori di rischio come casi di osteoporosi in famiglia, malattie del metabolismo o uso prolungato di cortisone - commenta il dottor Gianni Nucci, chirurgo ortopedico attivo in diverse strutture di Gvm Care & Research - È importante farsi consigliare dal medico di famiglia perché le situazioni a rischio possono essere molte ed anche nelle persone più giovani". La patologia può essere infatti legata a più fattori di rischio che possono derivare da una familiarità alla patologia a livello genetico, da una menopausa precoce, in presenza di un ciclo irregolare, qualora vi sia un abuso di alcol e fumo, ma anche quando si adottano regimi alimentari estremi.

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