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Cronaca Cervia / Via Antonio Gramsci

Accoltellato ad una gamba a Milano Marittima: fermato un 25enne

Dovrà rispondere dell'accusa di tentato omicidio, rissa e porto abusivo di coltello a serramanico in concorso con altre persone non ancora formalmente identificate

C'è un fermo per l'accoltellamento subìto nella nottata tra venerdì e sabato da un 25enne di Bagnacavallo a Milano Marittima. Si tratta di un 25enne di San Mauro Pascoli, nullafacente e già noto alle forze dell'ordine, fermato dai Carabinieri della Compagnia di Cervia e Milano Marittima. Dovrà rispondere dell'accusa di tentato omicidio, rissa e porto abusivo di coltello a serramanico in concorso con altre persone non ancora formalmente identificate. Il sostituto procuratore Lucrezia Ciriello gli ha contestato anche l'aggravante dei futili motivi. Il malcapitato è stato dimesso con una prognosi di trenta giorni per la lesione subìta ad una gamba.

L'episodio si è verificato intorno alle 5.30 all'uscita da una discoteca, tra via Gramsci e via Francesco Rismondo. Secondo quanto ricostruito finora dai carabinieri, tutto è avvenuto quando il 25enne e un amico, usciti da una discoteca di Milano Marittima, hanno incrociato in strada due giovani, nei pressi di un bar. L'accoltellamento, avvenuto per futili motivi, è seguito ad una discussione. I due presunti aggressori sono poi fuggiti: gli uomini dell'Arma hanno sentito diversi testimoni, compreso l'amico dell'accoltellato.

Tramite la Polizia Municipale di Cervia, gli inquirenti hanno acquisito le immagini delle numerose telecamere che sorvegliano h24 il centro di Milano Marittima. Sono stati inoltre rinvenuti abbandonati a terra una giacca di lana di colore grigio scuro con tracce di sangue. I testimoni hanno descritto minuziosamente l’accoltellamento come l’esito di una rissa tra due gruppi di ragazzi: il primo di due persone, tra cui la vittima, il secondo di tre persone, molto probabilmente albanesi. L’accoltellatore, in particolare, aveva un caratteristico taglio di “capelli alla moicana”.

La visione delle preziosi immagini ha confermato appieno le dichiarazioni dei testimoni e, pur non mostrando il momento dell’accoltellamento, permetteva di individuare i due gruppi e le fattezze dei loro componenti, nonché di documentare la lite iniziale e la sua escalation (dalle parole alle mani). Identificato il ragazzo con i “capelli alla moicana” nel 25enne di San Mauro Pascoli, una pattuglia ha rintracciato il giovane e, all’esito della perquisizione domiciliare, tra l’altro, ha rinvenuto e sequestrato alcuni coltelli, una pistola giocattolo senza tappo rosso e gli abiti, ancora insanguinati, indossati dal complice.

Altri militari hanno ascoltato il ferito, il quale ha riferito che, alle ore 3 circa, dopo avere trascorso la sera in un locale di Cesena, ha deciso di andare in una discoteca di Milano Marittima. Uscito dal locale si è imbattuto nell’amico 2eenne residente nel ravennate, che è scappato rincorso dal 25enne sammaurese he inveiva nei suoi confronti, tentando di frapporsi fra i due per cercare di far desistere l’inseguitore. Verso le ore 4 il 25enne di Bagnacavallo ha raggiunto comunque Milano Marittima accompagnato da un amico, trovandovi anche il sammaurese insieme ad altri due amici, un ragazzo ed una ragazza albanesi, e tutti assieme entravano in discoteca.

Dentro il locale, forse per una parola di troppo della alla ragazza, cominciavano le prime schermaglie tra il 25enne di Bagnacavallo ed il ragazzo albanese, culminate fuori dal locale con l’accoltellamento. La vittima ha precisato che mentre stava litigando con il ragazzo albanese, il sammaurese gli era arrivato da dietro e, “a tradimento”, gli hasferrato tre fendenti, uno alla gamba e due al fianco. All'ospedale è stato rintracciato anche il 24enne ravennate, ricoverato per “ferita da taglio terzo distale coscia destra” giudicata guaribile in 10 giorni.

Il ragazzo ha confermato che a Cesena, fuori dal locale, aveva involontariamente urtato il sammaurese, il quale, anziché accettare le scuse, lo aveva rincorso per aggredirlo, riuscendo ad accoltellarlo alle spalle. Nel corso delle indagini è emerso che il sammaurese era solito portare seco, nascosto nella tasca dei pantaloni, un coltello a scatto (probabilmente quello sequestrato) e che la mattina di Santo Stefano aveva confidato divertito ad un amico del casino fatto la sera prima e che era sua intenzione andare a  “lamare” qualcun’altro.

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