L'acqua nera dell'alluvione arriva in mare, pesci morti sulla spiaggia: "Abitanti asfissiati"
Le ultime acque dell'alluvione sono arrivate in mare e, in particolare nella zona di Casal Borsetti, nel weekend hanno creato una macchia scura anche verso il largo
Le ultime acque dell'alluvione sono arrivate in mare e, in particolare nella zona di Casal Borsetti, nel weekend hanno creato una macchia scura anche verso il largo. Nel canale in destra di Reno c'è stata una moria di pesci, molti dei quali raccolti nei giorni scorsi a quintali, ed è forte la puzza dell'acqua sporca che si getta in Adriatico. Già lunedì pomeriggio era stata segnalata un'ingente quantità di pesci morti nel canale Mandriole, che arriva da Conselice e si inserisce nel Destra Reno. Arpae aveva riscontrato una colorazione scura delle acque, con cattivo odore, e la pressoché totale assenza di ossigeno, che ha causato la moria dei pesci.
In merito al "tappo" che si era venuto a creare nei giorni scorsi, l'Arpae ha precisato che la separazione netta tra le acque nere provenienti dalle zone alluvionate e quella del mare è determinata dalla densità delle acque. Ossia tra l'acqua dolce e quella salata, che non si mischiano immediatamente. "In quel momento - precisa l'Arpae riferendosi al "tappo" - probabilmente dall'interno la spinta era molto bassa, per cui l'acqua scura del canale rimaneva ferma e non riusciva a rientrare in mare". Il fenomeno, quindi, secondo i tecnici dell'Agenzia regionale per la prevenzione e l'ambiente dell'Emilia-Romagna, avviene anche in altre occasioni, ma in questo caso era più visibile perché l'acqua del canale era molto scura a causa dell'inquinamento.
Sul caso interviene anche Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna, presentando un'interrogazione: "Le acque del canale hanno proseguito il loro corso fino alla foce, con effetto non meno devastante per Casal Borsetti e la sua spiaggia, con qualche ricaduta anche su quella di Marina Romea. Ne trascrivo la situazione riprendendo i messaggi che una persona laureata in biologia, titolare di un’attività pubblica a Casal Borsetti, ha indirizzato a ripetizione, tra venerdì e sabato, al Consorzio di Bonifica, al sindaco e all’Ausl: “Dopo il miglioramento dell’acqua del canale martedì e mercoledì scorsi, assistiamo nuovamente ad una fogna a cielo aperto. L’acqua, nera e pestifera, mostra anche degli idrocarburi in superficie. La gente del luogo presenta irritazioni al naso per i miasmi che respira. Il fetore è tale da bruciare la mucosa delle narici. Denuncio, a nome dei concittadini, la presenza di pesci agonizzanti nel tratto che attraversa il paese fino alla foce. Con la bassa marea, i cefali risalgono nel canale allo scopo di alimentarsi, come d’abitudine, per ridiscenderne poi a mare. Tramortiti e stremati dalle acque inquinate e senza ossigeno, boccheggiano e spesso muoiono. Non è possibile affrontare un secondo weekend a Casal Borsetti in queste condizioni. Gli operatori turistici sono sul piede di guerra. Faccio a nome di tutti un appello affinché venga di nuovo immessa acqua buona nel canale Destra Reno, in modo che il fenomeno si attenui e si possa affrontare meglio la stagione turistica già aperta”".
"Interrogo pertanto il sindaco per chiedergli se intende attivarsi proficuamente affinché, nel tratto terminale del canale Destra Reno, si proceda con urgenza ad immettere acque non insalubri da altri corsi idrici del territorio, al fine di diluirne sensibilmente i contenuti malsani - continua Ancisi - Nei suoi 38 chilometri, il Destra Reno raccoglie le acque di scolo di tre grandi bacini territoriali della provincia di Ravenna che coprono un’area vastissima di 70 mila ettari situata, da ovest ad est, tra il torrente Sillaro e il fiume Lamone. Il suo stato di salute è via via molto peggiorato, anche perché da una quarantina d’anni non beneficia di alcuna manutenzione che si rispetti. Nel 2008, si pubblicò che l’intero suo percorso aveva perduto oltre un metro di pendenza. A Mandriole, vicino alla foce, è stato calcolato che la sua profondità si è ridotta, negli ultimi cinquant’anni, da quasi cinque metri ad appena due. Già nel 1996 il Destra Reno straripò allagando 10 mila ettari di terreni agricoli della Bassa Romagna con 10-15 milioni di metri cubi di acqua. Vogliamo parlarne, in sede istituzionale, prima che si verifichi un nuovo e più luttuoso disastro? Noi siamo sempre pronti".