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Cronaca

Difende una donna e viene aggredito insieme alla figlia 13enne: "Mi ha colpito e diceva di essere lui la vittima"

L'uomo nei giorni scorsi è stato protagonista di un violento episodio in via Girolamo Rossi, dove un 30enne marocchino ha dapprima tentato di aggredire una donna, per poi scagliarsi contro di lui e la figlia 13enne intervenuti in soccorso alla prima vittima

"Mi sono sempre chiesto cosa avrei fatto nei casi in cui avessi visto un uomo aggredire un bambino, o una ragazza o un anziano. Non lo puoi sapere prima". Ora invece lo sa Francesco Scorza, conosciuto in città per essere figlio del compianto primario della Pediatria dell'ospedale di Ravenna Paolantonio Scorza, scomparso lo scorso anno. L'uomo nei giorni scorsi è stato protagonista di un violento episodio in via Girolamo Rossi, dove un 30enne marocchino ha dapprima tentato di aggredire una donna, per poi scagliarsi contro Scorza e la figlia 13enne intervenuti in soccorso alla prima vittima. Pare che l'aggressore, ubriaco, avesse colpito a bordo della propria bici un'auto in sosta e una seconda auto che stava transitando. La conducente di uno dei due veicoli, una ragazza, sarebbe scesa dal veicolo colpito venendo inseguita e aggredita dall'uomo in bici.

"Ho visto questa persona fuori controllo aggredire verbalmente una ragazza per futili motivi e metterle una mano sul viso capendo che avrebbe potuto colpirla - racconta Scorza - Senza pensarci troppo, mi sono precipitato per cercare di calmarlo dicendogli che non poteva aggredire o toccare quella ragazza. Insomma, anziché riflettere e chiamare le forze dell’ordine, la prima reazione è stata quella di preoccuparmi per impedire a lui di far male a una ragazza, che in quel momento poteva essere mia figlia. Mi è dispiaciuto molto che questa persona abbia poi aggredito fortemente e verbalmente anche mia figlia quando lei lo ha allontanato da me perché, nonostante dicessi all’uomo di starmi lontano e di rispettare i due metri da me, lui continuava ad avvicinarsi fino a spingermi con il suo corpo. Quando mia figlia lo ha spinto per staccarlo da me, lui si è lanciato contro di lei aggredendola e urlandole contro. Io a quel punto mi sono messo fra lei e la persona che, nonostante fosse l’aggressore, voleva chiamare i Carabinieri perché diceva di essere stato aggredito solo perché mia figlia lo aveva allontanato da me mentre lui mi spingeva mettendomi le mani sul petto".

L'uomo è comunque riuscito a mantenere la calma e a ragionare: "Ho tenuto le mani basse perchè si sa che in Italia se ti difendi troppo poi rischi di essere denunciato, anche se vieni brutalmente aggredito. Mentre cercavo di calmare mia figlia, mi sono distratto e lui mi ha violentemente colpito al volto. Per fortuna a mano aperta. Vedendo mia figlia in totale panico mi sono allontanato per proteggerla e calmarla. Nel frattempo lui ha cercato di aggredire una mia vicina e in quel momento sono arrivati i Carabinieri per fermarlo. Oggi mi vengono tante domande in mente alle quali non è facile rispondere. Sono felice che alla ragazza non sia capitato nulla, sono felice che a mia figlia non sia capitato nulla se non un forte trauma e stress, sono felice che io me la sia cavata con un naso gonfio. Però mi chiedo cosa sarebbe capitato se l'aggressore avesse avuto un’arma. Cosa sarebbe capitato alla ragazza se io fossi restato fermo chiamando solo le forze dell’ordine? Cosa potrei fare oggi, una querela? Per cosa? Con quale risultato? A lui non succederebbe nulla sicuramente, solo un po’ di fastidio e se non avesse i soldi per pagarsi un avvocato glielo pagherebbe la comunità di ufficio".

Scorza ora ringrazia le forze dell'ordine intervenute velocemente sul posto: "Senza di loro non so cosa avrebbe potuto fare lui e, soprattutto, non so cosa avrei potuto fare io se si fosse permesso di toccare con un solo dito mia figlia. Insomma, penso alle persone che reagiscono ad aggressioni o rapine in modo violento, capisco le persone che se aggredite possono rispondere con eccesso di violenza. Io ho preso un pugno perché ho tenuto la calma. L’avessi steso a terra reagendo, sono sicuro che oggi io mi sarei dovuto difendere da un processo mentre lui sarebbe stato probabilmente la vittima. Capisco, non giustifico, quindi chi si fa a volte giustizia da solo perché so che in questi casi può essere difficile mantenere la calma, essere freddi e scegliere al momento la cosa più giusta, e probabilmente si sbaglierà lo stesso. Unica cosa che ora però posso dire è che non capisco i vigliacchi che davanti a certe situazioni si voltano dall’altra parte fingendo che niente stia accadendo e abbandonano una possibile vittima. Grazie a chi ci ha aiutati!".

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