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Cronaca

Aggressione nel Parco del Delta: guida picchiata e minacciata di morte dai bracconieri

Durante una visita la guida è stata aggredita da due bracconieri intenti a raccogliere vongole veraci. La condanna del sindaco: "La città non può accettare questo tipo di episodi"

Un'aggressione nel cuore della riserva naturale. E' successo mercoledì presso la foce del Bevano, nella costa a sud di Ravenna, all’interno del Parco regionale del Delta del Po. "Durante una visita guidata organizzata dalla Cooperativa Atlantide, nell’ambito delle attività del centro visite Bevanella, del Parco del Delta, la guida ambientale della cooperativa è stata aggredita, malmenata e minacciata di morte da due bracconieri intenti a raccogliere le vongole veraci presso la foce del Bevano". Lo rende noto il Comune di Ravenna.

Secondo quanto riportano le fonti del Comune la guida, che stava accompagnando una decina di turisti, avrebbe fatto notare ai due bracconieri che stavano pescando in un’area vietata. Questi dunque si sarebbero avvicinati al malcapitato e prendendolo a schiaffi e minacciandolo addirittura di morte. Nessun pericolo per i visitatori, tenuti a debita distanza dalla guida stessa. La guida, prima di recarsi all’ospedale per le cure del caso, ha avvisato la Polizia Locale, che si è precipitata sul posto, constatando che i bracconieri si erano dati alla fuga.

Il Sindaco di Ravenna, Michele de Pascale, condanna fermamente l’accaduto e loda "il coraggio e la professionalità della guida ambientale, evidenziando l’importanza del ruolo del distaccamento ambientale della Polizia Locale nel contenere questo dilagante fenomeno della raccolta di frodo delle vongole veraci, in tutto il litorale ravennate, dalla foce del Reno, alla Piallassa della Baiona, fino alla foce del Bevano. La città di Ravenna non può accettare questo tipo di episodi".

La Presidente del Parco del Delta del Po, Aida Morelli, si unisce alla riprovazione per quanto accaduto e alla solidarietà per la guida ambientale ed evidenzia come sia assolutamente necessario "coordinare gli sforzi, già profusi dalla Polizia Locale di Ravenna e dai Carabinieri Forestali, intensificandoli in particolare durante le visite guidate e sollecitando anche l’intervento di altre Forze dell’Ordine, per reprimere sul nascere questo fenomeno che mina il rilancio di un’area protetta straordinaria e di grande valore ambientale, naturalistico e turistico come il Parco del Delta del Po. Perché l’ambiente naturale sia adeguatamente protetto e perché tutti ne possano fruire in tranquillità ed armonia, nel pieno rispetto delle regole".

Italia Nostra: "Massima attenzione a pesca di frodo ed emergenza ambientale. Il Prefetto non si giri dall'altra parte"

Solidarietà e auguri di pronta guarigione alla guida, arrivano da parte anche di Italia Nostra Ravenna che sostiene la lotta alla pesca di frodo: "spiace constatare come la situazione nel ravennate sia diventata intollerabile, ed appaia del tutto fuori controllo. Sembra quasi, davanti a bande che potremmo definire di stampo criminale, molto spesso assai organizzate e pericolose e pronte a contendersi ogni specchio d’acqua da mettere a lauto reddito, che le Istituzioni abbiano alzato le braccia e si siano arrese. Alla mercé dei bracconieri le Pialasse, anche nelle zone più inquinate prossime alle zone industriali e portuali, le foci dei corsi d’acqua, le acque interne. Ricordiamo, per quanto riguarda i molluschi, che essi vengono utilizzati come rilevatori della qualità delle acque e dei fondali, in quanto recettori assai sensibili di sostanze inquinanti e, inutile aggiungere, assai dannose per la salute umana. Quintali di pescato privi del benché minimo controllo sanitario che quotidianamente rientrano nella filiera alimentare: nulla può far escludere che finiscano anche nei nostri piatti".

"Ricordiamo un incontro la scorsa primavera in cui il Prefetto di Ravenna ha negato l’esistenza di alcun tipo di emergenza ambientale e sanitaria presso la Pialassa Piomboni, nella zona del “cimitero delle navi” e degli sversamenti di idrocarburi della Berkan B, e di come non gli risultasse in essere la pratica della raccolta abusiva di vongole a scopo commerciale in larga scala in prossimità dei relitti - aggiunge Italia Nostra -. Fatto invece rilevato in molte occasioni dalle Istituzioni preposte ai controlli, Capitaneria di Porto in primis. Restando in tema, aggiungiamo, stando al Piano Operativo Triennale 2021-23 recentemente presentato dall’Autorità di Sistema Portuale di Ravenna, che la rimozione dei rifiuti navali del “cimitero”, tossici e nocivi ed in fase di completo disfacimento, è prevista per i prossimi anni, ovvero, visto l’andazzo, presumiamo decenni, e che quindi, senza interventi di alcun genere, la raccolta di frodo proseguirà indisturbata ed in piena tranquillità, dato che la zona è stata anche transennata. Chiediamo quindi a tutti gli Enti la massima attenzione su questa emergenza sanitaria ed ambientale che rischia gravi ripercussioni sui cittadini a breve e a lungo termine, al Sindaco di valutare il divieto della raccolta di molluschi in tutta la Pialassa Baiona, ed al Prefetto di non girarsi dall’altra parte e di farsi parte diligente nel dichiarare l’emergenza per la Pialassa Piomboni.     

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