rotate-mobile
Cronaca

Agricoltori romagnoli portano i prodotti salvati dall'alluvione al Papa: "Una terra che non si arrende"

Nei mercatini alle porte del Vaticano arrivano i prodotti romagnoli dalle zone più colpite del Ravennate e del Forlivese

C’è chi ha visto i suoi animali morire per l’impossibilità di far arrivare il foraggio nell’allevamento rimasto isolato, chi ha perso api e arnie a causa della frana dei terreni, chi ha avuto il frutteto soffocati da acqua e fango. Sono alcune delle storie degli agricoltori romagnoli alluvionati della Coldiretti che a San Pietro hanno portato i prodotti salvati dalla furia di maltempo ed esondazioni a costo di mille sacrifici, in occasione del “World Meeting of Human Fraternity”, ispirato all’Enciclica Fratelli tutti di Papa Francesco grazie alla fondazione “Fratelli tutti” con il mondo contadino di Campagna Amica a raccontare la grande solidarietà che nasce dalla terra ed esprimere affetto e vicinanza al Santo Padre. "Sui banchi del farmers’ market alle porte del Vaticano dalla Romagna si possono così trovare pomodori, melanzane e zucchine uova, frutta, miele e formaggi – sottolinea Coldiretti - provenienti da Conselice e dalle zone più colpite del Ravennate e del Forlivese, simbolo della resistenza di una terra che non si arrende nonostante la catastrofe naturale che l’ha colpita con vittime e danni".

"L’Apicoltura Fabbri Max ha perduto – spiega Coldiretti - il 60% delle famiglie di api e altre arnie sono irraggiungibili a causa delle frane. L’azienda agricola Cà ad Là, allevamento di suini di razza romagnola rimasto isolato a causa di uno smottamento, ha visto morire i maialini appena nati per l’impossibilità di far arrivare i foraggi necessari a sfamarli. E c’è anche il caseificio “Boschetto Vecchio” che – continua Coldiretti - a causa dell’allagamento ha perso le scorte di mangimi e i campi dove erano seminati i foraggi per garantire le scorte alimentari invernali. Solo grazie alla solidarietà degli allevatori dei territori vicini (Emilia e Lombardia) ha salvato gli animali grazie all’invio di acqua potabile, mangimi e foraggio".

"La possibilità di trovare uno sbocco commerciale ai propri prodotti rappresenta un primo passo importante – continua Coldiretti - verso ritorno alla normalità che appare ancora lontano ma anche un segno della voglia delle imprese romagnole di far ripartire l’attività nonostante i mille gravissimi problemi che si trovano ad affrontare, tra campi allagati e la chiusura degli stabilimenti di trasformazione e dei punti vendita aziendali. Ma nella piazza della solidarietà a San Pietro ci sono anche esempi dal vivo del grande lavoro che viene fatto in tutta Italia dal mondo delle fattorie sociali che affiancano sempre più spesso i servizi delle strutture pubbliche statali, con un impegno che va dal reinserimento socio lavorativo di soggetti disagiati, disabili o problematici all’educazione ambientale, dalle attività terapeutiche ai servizi alle comunità locali".

La ripresa delle attività di vendita dei prodotti agroalimentari romagnoli è un primo passo importante per salvare circa 21mila imprese agricole che alimentano un indotto rilevante nelle industrie e nelle cooperative di lavorazione e trasformazione alimentare. "L’alluvione – ricorda Coldiretti – ha devastato aziende agricole e allevamenti in una delle aree più agricole del Paese con una produzione lorda vendibile della Romagna pari a circa 1,5 miliardi di euro all’anno che moltiplica lungo la filiera grazie ad un indotto di avanguardia, privato e cooperativo, nella trasformazione e distribuzione alimentare che è stato fortemente compromesso. Ai danni sulla produzione agricola si aggiungono quelli alle strutture come gli impianti dei frutteti, le serre, gli edifici rurali, le stalle, i macchinari e le attrezzature perse senza contare la necessità di bonificare i terreni e ripristinare la viabilità nelle aree rurali con frane nelle aziende e lungo le strade. Ma a pesare c’è anche il fenomeno del dissesto idrogeologico – riferisce la Coldiretti – con oltre 30mila persone che vivono in aree a rischio per pericolo di frane tra Ravenna, Rimini e Forli Cesena, assieme a più di duemila unità locali di imprese secondo l’ultimo rapporto Ispra. Sono centinaia le aziende agricole che rischiano di scomparire con terreni letteralmente ingoiati da frane. voragini e smottamenti ma a preoccupare – sottolinea la Coldiretti – sono anche i danni alle infrastrutture con strade interrotte e ponti abbattuti con difficoltà a garantire cura agli animali isolati per le interruzioni nel sistema viario ma anche la commercializzazione dei prodotti scampati al disastro".

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Agricoltori romagnoli portano i prodotti salvati dall'alluvione al Papa: "Una terra che non si arrende"

RavennaToday è in caricamento