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Cronaca Alfonsine

Alfonsine, i pipistrelli del Chiavicone sono in ottima salute

Tantissimi pipistrelli della specie Ferro di cavallo maggiore sono stati avvistati all’interno del Chiavicone di Alfonsine, smentendo le voci che si erano diffuse sulla loro scomparsa totale da quest’area

Tantissimi pipistrelli della specie Ferro di cavallo maggiore sono stati avvistati all’interno del Chiavicone, edificio posto all’ingresso della Stazione 3 della Riserva naturale di Alfonsine, smentendo le voci che si erano diffuse sulla loro scomparsa totale da quest’area. Sono ormai 25 anni che una colonia di pipistrelli frequenta il Chiavicone, con una presenza massima di circa 120 esemplari e variazioni annuali di alcune decina di unità. Dal sopralluogo realizzato a inizio giugno emerge che si tratta di un gruppo di “mamme” pipistrello che hanno scelto il Chiavicone come "nursery", dopo aver trascorso i mesi freddi dell’inverno nelle grotte dell’Appennino romagnolo o bolognese. Le colonie sono formate in maggioranza da femmine riproduttive, accompagnate da un gruppo minore composto da femmine giovani e da alcuni maschi immaturi. I siti di stazionamento (“roost”) vengono occupati in genere tra marzo e aprile mentre i parti avvengono tra giugno e luglio. I piccoli nella prima settimana rimangono aggrappati alla madre, poi vengono lasciati da soli e le madri tornano regolarmente ad allattarli; i giovani crescono velocemente e dopo circa un mese hanno acquisito una certa indipendenza. Gli esperti in materia classificarono subito i chirotteri del Chiavicone della specie Ferro di cavallo maggiore o Rinolofo maggiore (Rinolofus ferrumequinum), dopo il primo avvistamento nel 1991 da parte di un tecnico del Consorzio di bonifica della Romagna occidentale (ente proprietario dell’edificio). Questa colonia del Chiavicone è considerata attualmente una delle più importanti in Emilia-Romagna.

Il Ferro di cavallo maggiore, uno dei chirotteri più grossi della fauna europea con un’apertura alare di 33-40 cm, è soggetto a rigorose norme di tutela a livello europeo, considerato specie di interesse comunitario che richiede interventi prioritari per la protezione dei rifugi di riproduzione e degli habitat utilizzati. Un tempo molto diffuso, questo pipistrello attualmente è specie vulnerabile e in declino, come del resto la maggior parte degli altri chirotteri, causa l’eccessiva antropizzazione degli ambienti naturali, come la perdita dei siti di rifugio (manomissione delle grotte e dei vecchi edifici), la perdita delle zone umide, dei corridoi ecologici, della biodiversità e a causa delle varie fonti d’inquinamento. Il nome “Ferro di cavallo” deriva dalla forma della foglia nasale, la struttura che il mammifero ha attorno al musetto e che fa parte dell’apparato di emissione degli ultrasuoni utilizzati per localizzare i grossi insetti di cui si ciba (in prevalenza lepidotteri, coleotteri e imenotteri); “maggiore” perché esiste anche il “Rinolofo minore”.

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