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Cronaca

Alma Mater sostiene Ravenna 2019, Matteucci: "Vogliamo diventare città universitaria"

"Assicureremo - ha evidenziato il sindaco - agli studenti universitari aule studio, apertura serale delle biblioteche, supporto alle associazioni. Saranno gli studenti i veri giudici del lavoro che sapremo svolgere"

Studenti, docenti, personale tecnico e amministratori, si sono ritrovati martedì mattina al centro congressi di largo Firenze per una iniziativa di sostegno alla candidatura di Ravenna a capitale europea della cultura nel 2019. L’appuntamento “Alma Mater sostiene Ravenna 2019” è stato aperto dal vicesindaco Giannantonio Mingozzi: sono quindi seguiti gli interventi di Giorgio Gruppioni, coordinatore del campus di Ravenna, Lanfranco Gualtieri, presidente della fondazione Flaminia, e Alberto Cassani, coordinatore di Ravenna 2019, Nadia Carboni, project manager di Ravenna 2019, rappresentati delle associazioni studentesche.

In conclusione hanno preso la parola il sindaco Fabrizio Matteucci e il rettore dell’ateneo Ivano Dionigi, che nell’occasione ha firmato il documento di sostegno alla candidatura di Ravenna. "Ravenna ha l’Università e adesso vogliamo diventare pienamente città universitaria - ha evidenziato il primo cittadino -. Assicureremo agli studenti universitari aule studio, apertura serale delle biblioteche, supporto alle associazioni . Saranno gli studenti i veri giudici del lavoro che sapremo svolgere. E daranno gli studenti i primi protagonisti di Ravenna2019".

Ha proseguito il primo cittadino: "I primi protagonisti di Ravenna 2019 saranno i giovani. Faremo crescere ancora la vita culturale, la scuola, l’Università. Da qui ad allora il vecchio porto comincerà a trasformarsi nella nuova Darsena di città. Ravenna dovrà sempre di più aprirsi al confronto con culture e civiltà diverse. Mi piacerebbe, come testimonianza del valore della nostra Repubblica laica, che ai tre lati di una piazza del nuovo quartiere sorgessero una chiesta cattolica, una sinagoga e una moschea, con al centro un segno architettonico dell'unità dell'Italia e di una nuova Europa".

"Sono certo che, se Ravenna vincerà questa sfida, saprà rappresentare in Europa tutta l’Italia e lo farà, come dice la nostra Costituzione, “con disciplina e onore”. Abbiamo ottenuto la prima vittoria e adesso guardiamo avanti - ha proseguito -. La crisi dell’Italia è drammatica. Anche il sistema Ravenna è in crisi. Non basta più solo la resilienza. La resilienza è la capacità di far fronte in maniera positiva agli eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà. È la capacità di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre, senza perdere la propria umanità. Oggi vicino alla resilienza ci vuole quella risorsa racchiusa nella parola agentività".

"La società contemporanea sta vivendo trasformazioni velocissime e radicali in ogni angolo della nostra vita. Anche nel passato sono avvenuti dei cambiamenti di notevole entità, ma non erano stati mai così rapidi e vasti  come quelli attuali. Oggi con l’azione, la passione, la creatività, l’agentività, dobbiamo cambiare indirizzo al corso delle cose - ha concluso il primo cittadino -. La sfida di fare di Ravenna una moderna città universitaria è al centro del progetto Ravenna2019".

Il vicesindaco Mingozzi, ringraziando il Rettore per la sua presenza, ha detto come “ l’insediamento ventennale dell’ateneo a Ravenna con 3.600 iscritti; 14 corsi di laurea; 5 facoltà e un dipartimento esclusivo, costituisce la sponda ideale per una candidatura credibile ed efficace. Ci siamo sempre proposti l’ambito internazionale per tutte le nostre discipline e, il fatto che da 5 anni manteniamo costante il numero di mille matricole, significa che la qualità dei corsi, la capacità dei docenti e l’impegno degli studenti fanno ormai di Ravenna una città universitaria che conta sulla creatività e sulla passione giovanili”.

Mingozzi si è detto sicuro che “per Scienze ambientali oltre alle nuove aule l’Ateneo deciderà di realizzare anche i nuovi laboratori e ha rilevato, inoltre, come sia condivisibile il programma degli investimenti che l’Ateneo ha proposto a Comune di Bologna, a partire dall’area ex Staveco; anche a Ravenna pensiamo ad un programma pluriennale di nuovi insediamenti che se l’università sarà d’accordo potrà contare su una nuova residenza universitaria e strutture messe a disposizione per i servizi agli studenti come potrebbe essere la stessa caserma dimessa di via Nino Bixio”.

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