Anche nell'emergenza crescono i nuovi donatori di Avis: "Dal 20enne al 60enne"
"Nei mesi di marzo e aprile sono aumentati anche gli aspiranti donatori, e ciò vuol dire che i cittadini cervesi hanno capito che il bisogno di sangue purtroppo non si è fermato"
L’Avis comunale di Cervia ringrazia i propri donatori per aver risposto in modo esemplare ai diversi appelli fatti dal consiglio direttivo della sezione. "Al primo appello a non smettere di donare dei primi giorni di marzo i donatori cervesi hanno risposto immediatamente e in numero tale che abbiamo dovuto “contingentare” anche le donazioni - spiega il presidente Elena Gianesi - Nei mesi di marzo e aprile sono aumentati anche gli aspiranti donatori, e ciò vuol dire che i cittadini cervesi (così come i cittadini di tutta la provincia) hanno capito che il bisogno di sangue purtroppo non si è fermato, e lo hanno capito tutti perché l’età degli aspiranti donatori è la più varia (dal ventenne al sessantenne), così come non vi è differenza di sesso (stesso numero di aspiranti donne e di aspiranti uomini)".
Il consiglio direttivo dell’Avis di Cervia continua a lavorare (da remoto) per riuscire a creare le migliori condizioni all’interno della propria sede di prelievi e ha aggiunto alle normali procedure di sanificazione dei propri ambienti anche la disinfezione a ozono a cura di una ditta specializzata e certificata. "Consapevoli che il periodo di paura/diffidenza non è di certo terminato, vorremmo rassicurare tutte le persone, anche le più timorose e ricordare quindi che la donazione di sangue/plasma si fa in totale sicurezza rispettando le norme igienico sanitarie del caso - continua la presidente - Ricordiamo, inoltre, che le misure per la prevenzione della diffusione del Coronavirus prevedono tre casi in cui bisogna aspettare 15 giorni prima di poter donare: se siamo entrati in contatto con soggetti risultati positivi al tampone; quando rientriamo da un soggiorno nella Repubblica Popolare Cinese; se abbiamo contratto il virus, siamo guariti e/o abbiamo completato l’eventuale terapia farmacologica sarebbe meglio aspettare un mese prima di poter tornare a donare. Il donatore è tenuto a contattare la propria Avis o la struttura dove ha donato se sviluppa sintomi riconducibili al virus nei giorni successivi alla donazione. Inoltre è nostro dovere ricordare che il bisogno di sangue/plasma non è legato all’emergenza Coronavirus, ma che purtroppo di sangue e di plasma ne necessitano oltre 1800 pazienti al giorno che hanno bisogno di terapie trasfusionali per malattie che esulano dal Covid19. Chiediamo quindi a tutte le persone di “buona volontà” di aiutarci a costruire un buon calendario di donazioni di sangue/ plasma che vada oltre ai sentimenti che si scatenano nei momenti di emergenza".