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Cronaca

Ansia e Coronavirus: due ravennati su tre pensano di rivolgersi a uno psicologo

È l’ansia la prima ragione che porterebbe gli abitanti di Ravenna dallo psicoterapeuta e un cittadino su 3 vorrebbe uno psicologo anche per il lavoro

A lungo attesa, l’estate 2021 potrebbe essere l’occasione per allentare molte tensioni, ma la pandemia da Coronavirus ha lasciato importanti strascichi psicologici nei ravennati. E ha aggiunto un carico da novanta su molte altre situazioni di ansia, stress e difficoltà personali, al punto che quasi due su tre (64%) guardano oltre e pensano che potrebbe essere utile rivolgersi a uno psicologo o psicoterapeuta per migliorare la condizione mentale e gestire certe situazioni complesse. Lo evidenzia l’ultima ricerca dell’Osservatorio Reale Mutua sul welfare.

È l’ansia la prima ragione che porterebbe gli abitanti di Ravenna dallo psicologo (32%), condizione dominante in questo momento prioritaria rispetto a tutto il resto. Tra le altre esigenze, gli aspetti caratteriali e della personalità (17%), i problemi di coppia (11%), le situazioni di difficoltà per la salute dei propri cari (9%) e le dinamiche legate all’attività lavorativa (6%).

Ma non è facile riconoscere di avere un bisogno di questo tipo, né lo è parlare di sé e aprirsi su certi argomenti: per molti, insomma, lo psicologo resta ancora un tabù. Questione, ammettono gli stessi ravennati, di imbarazzo (32%) ma anche di poca sensibilità al tema (26%) e una certa tendenza a sottovalutare l’importanza della sfera mentale nella propria vita (15%).

Con l’aumentare dei bisogni, però, cresce anche la sensibilità a questi temi. Ben uno su tre (32%) vorrebbe che fosse il datore di lavoro a mettere a disposizione lo psicologo come forma di welfare aziendale. Se è necessario un cambio culturale (34%) che aumenti ancora di più l’attenzione verso gli aspetti della vita mentale, molti vorrebbero anche una maggiore presenza di psicologi e psicoterapeuti in ospedali, cliniche e ambulatori (17%). E c’è chi pensa che persino la tecnologia possa aiutare a superare certe barriere e incentivare il ricorso a questi professionisti grazie ai servizi di videoconsulto (8%), che si possono fare comodamente da remoto.

Ma in un caso o nell’altro, anche il portafoglio vuole la sua parte: per quasi un ravennate su due è fondamentale poter contenere i costi della prestazione (45%), seguono la relazione che si instaura col professionista (40%) e la possibilità di ridurre i tempi di attesa (11%).

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