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Cronaca Cervia

Esibisce documenti falsi, era ricercato per omicidio in Albania: arrestato

Gli uomini dell'Arma, dopo aver individuato una Toyota Yaris sospetta aggirarsi per le vie del centro, hanno intimato l’alt al conducente, fermandolo.

Deve scontare 14 anni per un efferato omicidio e detenzione di armi da guerra, commesso in Albania alcuni anni fa. Un pericoloso latitante quarantenne di nazionalità albanese è stato arrestato nella nottata tra venerdì e sabato dai Carabinieri della stazione di Cervia in esecuzione ad un mandato di cattura internazionale. L’arresto è stato possibile grazie agli specifici servizi di prevenzione e controllo del territorio. Gli uomini dell'Arma, dopo aver individuato una Toyota Yaris sospetta aggirarsi per le vie del centro, hanno intimato l’alt al conducente, fermandolo.

A bordo tre persone, tra cui due coniugi, le quali a specifica richiesta hanno esibito la relativa documentazione di identità in loro possesso. Il quarantenne ha esibito un passaporto ed una patente di guida rilasciate dalle autorità bulgare. L’atteggiamento e la attenta osservazione dei documenti esibiti ha fatto sorgere dubbi sulla loro genuinità. Accompagnato in caserma, da un controllo più approfondito è stato accertato che i documenti erano falsi e riportanti false generalità. Pertanto è stato arrestato in flagranza di reato per utilizzo di documenti di identità e personali contraffatti.

Ulteriori e più mirate verifiche unitamente al successivo fotosegnalamento, hanno poi permesso di risalire alle vere generalità e conseguentemente all’accertamento della pendenza a suo carico di un mandato di cattura internazionale in quanto condannato a 14 anni di reclusione. Solo la professionalità ed il “fiuto” dei militari hanno impedito al latitante di garantirsi l’impunità.

L’arrestato, processato per direttissima per l’uso dei documenti falsi, è stato condannato alla pena di mesi 10 e quindi accompagnato nel carcere di Ravenna in attesa della prevista e successiva estradizione. Sono in corso ulteriori indagini e verifiche atte ad individuare la eventuale responsabilità dei coniugi, connazionali, che pare abbiano dato ospitalità al ricercato in un’abitazione di Ravenna ed al termine dei quali gli stessi, potrebbero rispondere del reato di favoreggiamento.

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