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Cronaca

Aumenta il costo della sigarette, i tabaccai: "Ma non dipende da noi"

L'Associazione dei Tabaccai di Ravenna precisa come l'aumento delle sigarette non sia stabilito direttamente dai venditori, bensì dall'Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato

“Abbiamo letto in questi giorni sulla stampa e siti di informazione locale ogni tipo di considerazione sull’aumento delle sigarette che il Monopolio ha previsto per lo scorso lunedì, parallelamente all’aumento dell’Iva su molti prodotti di consumo”. Inizia così l’intervento dell’Associazione dei Tabaccai di Ravenna, che precisano come l’aumento delle sigarette non sia stabilito direttamente dai venditori, bensì dall’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato.

“In particolare quello di lunedì 19 settembre è stato un aumento come molti altri nel corso dei mesi si susseguono regolarmente, indipendente dall’aumento dell’iva, e come erroneamente qualche organo di stampa nazionale ha comunicato non ha avuto alcun effetto trascinamento sulle singole voci che compongono il prezzo delle sigarette. A dimostrazione di questo c’è anche il fatto che non tutte le marche sono aumentate” dice Assotabaccai di Ravenna.

“I tabacchi lavorati hanno si una componente iva ma è assolta all’origine, quindi già ricompresa nel prezzo finale che viene imposto ai tabaccai.  Anche se il prezzo del tabacco è composto da più voci (per chiarire meglio riportiamo l’esempio fatto sul sito ufficiale di AAMS), se consideriamo, per le sigarette, un prezzo pari a 100 avremo, con i valori arrotondati: 58,5 verranno versate nelle casse dell' erario a titolo di accisa, 17 andranno ugualmente, allo Stato per il pagamento dell' IVA. 10 ricompenseranno il rivenditore e 14,5 costituiranno l' incasso per il produttore”

“L’aumento di 1 punto percentuale dell’iva – continua la nota - viene quindi ricompreso nel prezzo finale del tabacco, ed è stato riassorbito tra la componente dell’accisa e l’incasso del produttore.  Sottolineiamo comunque la possibilità che i tabacchi possano subire ulteriori rincari entro la fine del 2012. Infatti oltre alle marche  che per ora non sono aumentate, nel testo della manovra bis troviamo al comma 3 dell’articolo 2 un vero e proprio incarico del Governo al Direttore dei Monopoli di incassare maggiori entrate per 1500 milioni di euro da giochi e tabacchi”.

“La nostra preoccupazione come già avevamo anticipato nei precedenti comunicati stampa è  che con aumenti così consistenti, si incentivi il contrabbando, mettendo in difficoltà la categoria e di conseguenza non raccogliendo i risultati sperati per le casse dello stato. Inoltre suoniamo un campanello d’allarme sul sistema dei giochi che nel tentativo di fare cassa sta trasformando il nostro paese “in un enorme casinò”.
 

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