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Cronaca

Attivisti sui silos e un maiale gigante all'entrata: l'azione di Greenpeace in un'industria del Porto

Alle prime luci dell'alba gli attivisti hanno scalato i silos dell'azienda, usati per stipare i mangimi, e hanno srotolato due grandi striscioni. Greenpeace Italia: "Una spettacolare protesta contro l’importazione di soia usata negli allevamenti intensivi italiani"

"La soia per mangimi è deforestazione", "Meno mangimi e più cibo". Queste e altre scritte sono apparse all'alba di mercoledì allo stabilimento Bunge a Porto Corsini, azienda impegnata nella lavorazione di semi oleosi, presa di mira da Greenpeace Italia che si è presentata agli ingressi dell'industria ravennate con oltre una decina di attivisti. Nove manifestanti si sono presentati all'entrata principale dello stabilimento, tutti incatenati fra loro e mettendo in mostra cartelli e striscioni. Per rendere ancora più impressionante l'azione, gli attivisti di Greenpeace hanno sistemato di fronte all'entrata anche un gigantesco maiale, realizzato in legno riciclato e iuta, alto circa un paio di metri.

Come spiega la stessa associazione ambientalista, si tratta di "una spettacolare protesta nel porto di Ravenna contro l’importazione di soia che arriva nel nostro Paese, impiegata soprattutto come mangime per gli animali rinchiusi negli allevamenti intensivi italiani". Gli attivisti, provenienti da diversi Paesi europei, hanno anche scalato i silos usati per stipare tonnellate di mangimi e hanno aperto due grandi striscioni: il primo con un’immagine di quasi 200 metri quadrati raffigurante degli animali in fuga da una foresta in fiamme, il secondo con la scritta “Soia che distrugge le foreste”. L’azione è ancora in corso e gli attivisti di Greenpeace stanno dipingendo su uno dei silos, alti circa 30 metri, la scritta “Contiene foreste”.

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