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Cronaca

I bagnini contro le 'gabbie' di plexiglass: "Idea stupida. Ma serve una rivoluzione della spiaggia"

"Un progetto irrealizzabile" per le cooperative bagnini di Ravenna e Cervia che hanno già pronte delle proposte concrete: aumento delle distanze, informazione e valorizzazione ambientale

Ha fatto parecchio discutere in questi giorni il progetto comparso sul web per la realizzazione di spiagge anticontagio con ombrelloni e lettini recintati da barriere in plexiglass. Una proposta per dare forma a una spiaggia a prova di Coronavirus che è stata accolta con aspre critiche da più parti. Per Maurizio Rustignoli, presidente della Cooperativa Spiagge Ravenna che associa tutti gli stabilimenti balneari dei lidi ravennati, si tratta di "un'idea nemmeno da tenere in considerazione. Non è praticabile ed è esclusa da ogni percorso autorevole. Non potrà avere nessuna presa concreta, perché è irrealizzabile sotto tutti gli aspetti. Toglierebbe l'aspetto positivo del mare".

Dallo steward di spiaggia ai pasti sotto l'ombrellone: la ricetta per salvare il turismo

Ancor più duro sulla proposta Danilo Piraccini, consigliere della Cooperativa bagnini di Cervia: "Un'idea fantasiosa, per non dire stupida, di cui non abbiamo bisogno. Stiamo lavorando dall'inizio dell'emergenza con Regione e Comune, ai quali abbiamo inviato delle linee guida per trovare un equilibrio tra sicurezza sanitaria e possibilità di impresa. Le nostre sono proposte elaborate e fattibili. In questo momento sta girando di tutto e di più: queste cose che si vedono (le spiagge recintate da barriere in plexiglass, ndr) spaventano i turisti".

Piani per la riapertura: distanza e informazione

Le cooperative bagnini della Riviera intanto portano avanti i propri progetti in vista della riapertura delle spiagge. "Abbiamo un documento pronto da presentare alle istituzioni, ma vogliamo che prima inizi un confronto del gruppo di lavoro - spiega Maurizio Rustignoli - Dovremo modificare le nostre impostazioni per garantire sicurezza ai fruitori delle nostre spiagge. Si dovranno aumentare le distanze tra le varie strutture, lettini e ombrelloni. Ci vorrà molta attenzione per le aree giochi e quelle sportive".

Scendendo maggiormente nel dettaglio il presidente della Cooperativa Spiagge Ravenna delinea i temi fondanti per la riapertura della costa ravennate ai turisti, un percorso che prevede distanziamento e corrette informazioni. "Si dovrà garantire la distanza di sicurezza, ma serviranno anche figure preparate (steward) per dare indicazioni e aiutare i clienti a seguire le regole (come proposto anche dall'assessore regionale al turismo Andrea Corsini, ndr). Queste figure potrebbero essere gli addetti di spiaggia o le persone già preposte al primo soccorso, fornendo loro la giusta formazione. Penso a una figura che oltre alla propria mansione si occupi anche di questa funzione informativa a supporto dei clienti". 

La proposta cervese: una spiaggia green e rispettosa

"Il nostro piano si articola su tre punti - continua Piraccini - Il forte ridimensionamento della densità della spiaggia attraverso l'aumento delle distanze; la ricerca di un punto di incontro fra la sicurezza del turista e la sopravvivenza delle imprese sia di piccole che di grandi dimensioni; la sicurezza dei dipendenti. Il tutto attraverso sistemi adottabili e controllati. Dovremo rivoluzionare l'idea di spiaggia, un'azione che era già necessaria, ma che ora diventa urgente: ci siamo distratti molto su una modalità di turismo poco opportuna, dove si pensava bastasse alzare il volume della musica perché tutto si sistemasse. Serve un rapporto di correttezza con il turista, valorizzare i sistemi ambientali con un intreccio di pinete, saline e piste ciclabili, per creare una spiaggia dove non manchi il divertimento e che sia accogliente. Sarà necessaria una spiaggia che guarda al sistema alberghiero".

I tempi necessari

Mentre alcune di queste proposte sono già state messe all'attenzione delle autorità locali, diventa sempre più chiara l'urgenza di ricevere risposte, dato che la stagione estiva si avvicina e serve il tempo per poter riorganizzare le strutture balneari. "Non vogliamo sapere dal Governo quando riapriranno le spiagge, ma che ci dica come aprirle - sottolinea Rustignoli - Le linee guida sono da condividere da oggi. Il tema principale è la sicurezza per i fruitori, da qui troveremo le applicazioni per consentire a tutti di lavorare. Occorrerà una rivoluzione alla pari del percorso imprenditoriale. Entro fine aprile le risposte devono arrivare. Parliamo di imprese che devono già affrontare numerosi altri punti interrogativi".

La stessa necessità è evidenziata da Piraccini: "Serve un'azione tempestiva per trovare proposte, poi si valuteranno i tempi di applicazione di queste. Quella del 2020 sarà una stagione difficile, dobbiamo preoccuparci del futuro. Cervia deve dimostrare di arrivare all'apertura con zero contagi e zero morti".

I balneari di Legacoop

"Solo quando le condizioni sanitarie e di sicurezza ottimali saranno garantite dalle istituzioni si potrà valutare l’apertura della stagione balneare - aggiunge Stefano Patrizi, responsabile cooperative balneari Legacoop Emilia-Romagna - Idee come quella di “ospedalizzare” gli ombrelloni dentro box in plexiglass possono suggestionare solo chi è all’oscuro delle dinamiche di propagazione del virus e del turismo di spiaggia, pensando di poter confinare immobili dentro cubi asfissianti famiglie con bambini.  Un’idea che nuoce già all’immagine della nostra spiaggia, il cui successo è basato sulla promozione di un turismo sicuro, serio, dignitoso, condiviso dalla comunità. L’idea di turismo basata su accoglienza, ospitalità e benessere non puó essere messa in discussione. Per questo ci appelliamo al senso di responsabilità delle istituzioni, affinché si continui a lavorare per un avvio della stagione solo in condizioni di assoluta sicurezza sanitaria e di sostenibilità economica per gli operatori, coinvolgendo approfonditamente le cooperative nella discussione e predisposizione della fase del rilancio".

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