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Cronaca

Bar aperto ma senza clienti: "Se il Comune non ci aiuta saremo costretti a chiudere"

E' sconsolato Giovanni Dibello, che insieme alla moglie dal 2013 gestisce il bar del Tribunale di Ravenna: "Prima di dichiarare fallimento cercherò di vendere l'attività, perchè non posso mangiarmi la casa"

"Se a settembre non ricominceremo a lavorare un po', saremo costretti a chiudere". E' sconsolato Giovanni Dibello, che insieme alla moglie dal 2013 gestisce il bar del Tribunale di Ravenna, il 'D&D cafè', attività per la quale lo scorso anno la coppia si è riaggiudicata l'appalto fino al 2028.

Nonostante la ripartenza delle attività, infatti, per il bar del Tribunale è ancora quasi tutto fermo: "Inizialmente sembrava che le udienze dovessero ripartire a luglio, poi hanno esteso il blocco - spiega il barista - Ora si fanno solo le udienze in via cartolare, alle quali sono presenti solo avvocato e giudice, senza pubblico. E io è proprio col pubblico che lavoro". Già a maggio l'imprenditore aveva espresso a RavennaToday preoccupazioni per il futuro della propria attività, ma la situazione non sembra migliorare - o almeno non abbastanza per restare a galla: "Se nei mesi più critici incassavamo 70 euro al giorno, ora saremo circa a 150 - spiega Dibello - Ma 150 euro è quello che pago solo di affitto ogni giorno. Prima del Coronavirus facevamo più di 500 euro al giorno, contando anche le marche da bollo superavamo i 3000. Abbiamo perso circa il 70% degli incassi, dovrei guadagnare almeno 4 volte quello che incasso per riuscire a rientrare nelle spese. Dobbiamo pagare le bollette, i fornitori, i dipendenti purtroppo sono ancora in cassa integrazione. E poi io e mia moglie abbiamo una famiglia, dobbiamo anche mangiare".

Il barista ha cercato aiuto presso il Comune di Ravenna: "Ho sollecitato gli uffici con centinaia di telefonate e mail, visto che l'affitto lo paghiamo al Comune. Da marzo fino a ottobre ci hanno sospeso la rata, ma a ottobre dovremo pagare tutti gli arretrati. Parliamo di 24mila euro: e dove li prendiamo? Avrebbero dovuto annullarci l'affitto per questi mesi. Negli ultimi sei anni siamo sempre stati buoni pagatori, non abbiamo mai saltato una rata. Ora però l'affitto va rivalutato, non posso più pagare 2500 euro più 500 per le spese. Dal Comune mi hanno detto più volte "ti faremo sapere", ma nessuno mi ha mai ricontattato. Chiediamo solo un incontro per capire se si riesce ad arrivare a una soluzione, come hanno fatto con altri locali mettendo i tavoli in strada o con l'anticipo dei 1000 euro ai cittadini che avevano diritto alla cassa integrazione. Questo per me è menefreghismo: noi non riusciamo più ad andare avanti, siamo veramente giù e a settembre andremo vicino al fallimento. Prima di dichiarare fallimento cercherò di vendere l'attività, perchè non posso mangiarmi la casa: ma in questo periodo chi mai acquisterebbe la licenza di un bar che non lavora...".

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