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Cronaca

"Basta importazioni "killer", stiamo giocando sulla pelle di produttori e consumatori"

Nei giorni scorsi si è riunita l'assemblea provinciale di Coldiretti Ravenna. Il presidente Massimiliano Pederzoli ha espresso preoccupazioni anche per gli effetti "Trump" e "Brexit"

"Dall’andamento altalenante del mercato in una stagione 2016 che ha riservato moderate soddisfazioni nel settore frutticolo e viticolo, fino alle previsioni e prime stime per la campagna della frutta attualmente in corso, avviata in un 2017 che si è aperto sì sull’onda della positività dei tagli fiscali operati con la Leggi di Stabilità 2016 e 2017, ma anche dell’introduzione dell’etichettatura per il latte e i prodotti lattiero caseari, accompagnata dalla formale richiesta all’Unione europea, da parte del Governo, per quella della pasta e del riso, così come delle incognite da collegare ai rallentamenti amministrativi dell’Assessorato Regionale all’Agricoltura, alle selvagge importazioni di frutta che stanno dopando fin dall’avvio il mercato interno, a una congiuntura internazionale favorevole sulla quale si addensano le nubi del protezionismo di Trump e della Brexit".

Sono stati questi i principali temi affrontati nel corso dell’Assemblea provinciale di Coldiretti Ravenna, riunitasi nei giorni scorsi. Dopo una prima ricognizione sugli alti e bassi che a livello reddituale hanno caratterizzato l’annata 2016, l’assemblea ha volto lo sguardo all’anno in corso, sottolineando come lo stop all’Irpef agricola e le novità introdotte nella Manovra di Governo abbiano indotto una rinnovata fiducia in un comparto che, nonostante le difficoltà interne ed internazionali, sta tornando ad investire in innovazione con il giusto slancio. La voglia di tracciare nuove prospettive di sviluppo, sia commerciale che produttivo, è peraltro sostenuta da dati e tendenze di respiro mondiale alquanto incoraggianti.

Nel primo trimestre, sottolinea Coldiretti, del 2017 il made in Italy agroalimentare ha fatto segnare una crescita media delle esportazioni dell’8%, migliorando ulteriormente un 2016 che si era chiuso con il record del valore globale dell’export tricolore, pari a 38,4 miliardi di euro. Il prodotto alimentare italiano più apprezzato all’estero è il vino, con un valore di 5,6 miliardi nel 2016, seguito dalla frutta fresca e trasformata con 4,6 miliardi, dagli ortaggi freschi e trasformati per 3,7 miliardi, da animali, carni e salumi per 3 miliardi, latte e derivati per 2,7 miliardi, pasta con 2,3 miliardi e olio di oliva per 1,2 miliardi. Numeri di rilievo, analizzati dall’assemblea insieme agli effetti dei cambiamenti in atto nella politica internazionale che potrebbero tradursi, anche per la "piccola" Ravenna, ma "motore produttivo" importante di quella Emilia-Romagna che è la "food valley d’Europa", in devastanti misure neoprotezionistiche.

Mentre la struttura nazionale Coldiretti monitora attentamente quanto avviene fuori dai confini italiani ed europei, la Federazione provinciale non molla di un centimetro nel pressing che per tutto il 2016 ha attuato nei confronti della Regione. “Le tensioni con l’assessorato all’Agricoltura non si sono affatto sopite – afferma il presidente Massimiliano Pederzoli – la situazione, sia politica che tecnico-operativa è in perenne stallo e a farne le spese è il nostro agroalimentare, i nostri produttori. Noi non faremo sconti a nessuno perché in gioco c’è il futuro e lo sviluppo dell’intero comparto e soprattutto dei tanti giovani che vorrebbero investire in agricoltura ma non trovano adeguato supporto nell’istituzione pubblica che è pagata per fornirglielo”. L’assemblea ha infine espresso le sue preoccupazioni sulla partenza al ribasso per i prezzi della frutta estiva, a partire dalle albicocche, nonostante la qualità delle produzioni sia ottima e i consumi in forte aumento. “Se è vero che investimenti non controllati in questa coltura hanno provocato un boom di produzione all’interno di un contesto di mercato ingolfato da imprevedibili anticipi di maturazione lungo l’intero Stivale - sottolinea Pederzoli - non possiamo accettare che la Grande distribuzione organizzata bolli queste produzioni come "qualitativamente non adeguate per il consumatore", quando è la stessa Gdo che sta determinando un vero e proprio effetto domino sui mercati italiani importando a rotta di collo prodotto di dubbia qualità, principalmente dalla Spagna, che ha pesantemente contribuito all’intasamento del mercato interno con la conseguente riduzione dei prezzi”.

“È l’ora di smetterla di giocare sulla pelle dei produttori, creando le condizioni per far crollare le quotazioni in campagna, e su quella dei consumatori, con prezzi della frutta al banco in aumento del 10%, provocando un allargamento fuori controllo della forbice valoriale dal campo alla tavola. In presenza di un positivo trend di acquisti di frutta al consumo non possono essere più tollerati movimenti e transazioni che mirano a determinare un vero e proprio "omicidio" del mercato - ribadisce Pederzoli - determinato dalla piena attività di veri e propri killer “seriali” dell’importazione, già in azione per "drogare" in partenza anche i mercati di pesche e nettarine”.

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