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Cronaca

Berkan B, l'accusa di Italia Nostra: "Tutti colpevoli, nessun colpevole?"

Il gruppo 'Italia Nostra' interviene sulla vicenda Berkan B, dopo il reintegro dell’Autorità di Sistema Portuale

Il gruppo 'Italia Nostra' interviene sulla vicenda Berkan B, dopo il reintegro dell’Autorità di Sistema Portuale. "Il cargo Berkan B si è spezzato per errata demolizione in ottobre 2017. Da allora, nell’inspiegabile continuo rinnovo della concessione a occupare le acque del porto, sono state documentate numerose fuoriuscite di materiale oleoso nel canale Piomboni e nella Pialassa, zona del Parco del Delta protetta dalle direttive europee, dove tra l’altro vi sono numerosi capanni da pesca. Nessuna protezione è stata predisposta fino a luglio 2018, quando sono state stese minuscole panne gialle e rosse attorno al relitto completamente abbandonato da alcuni mesi e in fase di progressivo inabissamento. Nessuna bonifica completa del contenuto di serbatoi e motori è stata effettuata fino alla presentazione di una denuncia in febbraio 2019. A febbraio 2019 sono stati documentati lo stato del relitto prossimo al definitivo collasso, come facilmente prevedibile da chiunque, e fuoriuscite di olii dalle panne. Del resto è presumibile che minuscole panne, se non controllate quotidianamente, consentano l’accumulo di uno spesso strato galleggiante di materiale, che poi fuoriesce dal di sotto delle panne stesse e dai punti di aggancio alla banchina. Nel frattempo nulla è stato fatto, nonostante lo stato di estrema gravità ben noto a tutti gli enti (“… un preoccupante aumento del livello dei liquidi presenti all’interno della motonave; Valutato che tale situazione, in caso di precipitazioni atmosferiche, potrebbe provocare una tracimazione di tali sostanze nello specchio acqueo circostante con pericolo di inquinamento…”, Deliberazione della Presidenza dell’Autorità Portuale n. 204 del 2 agosto 2018), finché, il 5 marzo, la nave si è definitivamente spezzata, la prua è colata a picco e la poppa, con le cisterne e i motori, ha continuato a imbarcare acqua. Gli esperti sostengono che bastano 100 litri di olio combustibile per inquinare in modo significativo uno specchio acqueo come il canale Piomboni e la zona di confluenza con il Candiano. Solo a marzo 2019 sono state predisposte altre panne più grandi. E’ stata comunque documentata più volte la fuoriuscita di scie oleose anche da queste panne, e segmenti sgonfi delle stesse. A metà marzo, anziché correre per cercare di rimuovere il relitto, sono stati posati dei pali con cui evitare il ribaltamento del relitto nel canale Piomboni. Spesi dall’Autorità Portuale quasi 300 mila euro di denaro pubblico tra pali e affidamento studi per la bonifica, mai conclusi. A giugno è stata documenta strage di avifauna intrappolata tra la panne e intrisa di gasolio. A luglio la zona, diventata meta di tanti increduli, è stata completamente transennata, ma la Berkan è ancora là, ormai quasi del tutto affondata".

Italia Nostra pone due considerazioni: "Nei verbali delle assemblee del Comitato di Gestione del Porto di Ravenna (composto dal Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale, da Regione, Comune e Capitaneria di porto) da ottobre 2017 a maggio 2019 non risulta alcun cenno alla grave situazione in corso e alla eventualità di farsene carico, collegialmente o secondo le responsabilità dei singoli enti, al più presto. Soltanto nei verbali di maggio e luglio 2019, a disastro ormai di pubblico dominio, a 19 mesi da ottobre 2017, viene nominata la Berkan B. Nulla neanche nei verbali dell’Organismo di Paternariato della Risorsa Mare, composto dal Presidente dell’AdSP, dal Comandante della Capitaneria di Porto e da rappresentanti di categoria, operatori portuali, rappresentanze sindacali, associazioni. Nonostante le denunce ai NOE e alla Procura di Ravenna, le ispezioni a campione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, effettuate a partire da gennaio 2019 – in cui era presente anche un membro della Capitaneria di porto – nonostante la pubblicazione di molti documenti sul disastro in corso e le segnalazioni di tanti cittadini, in aprile 2019 il Comitato di Gestione, complimentandosi, approva all’unanimità il “bonus” da 60 mila euro al presidente dell’Autorità Portuale per il “pieno raggiungimento degli obiettivi assegnati” anche per l’anno 2018. Che si aggiungono ai 170 mila, per uno stipendio totale del Presidente, ora ritornato in carica, di 230mila euro annui. Intanto, nella più completa indifferenza, la Berkan colava a picco e riversava i suoi liquami nelle nostre acque".

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