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Cronaca

Bimbi diabetici a scuola e iniezioni di insulina: "Valorizzare la figura dell'infermiere di comunità"

"Serve una procedura stabilita e verificata da mettere in campo e un esempio potrebbe essere quello della valorizzazione della figura dell’infermiere di comunità"

"La storia a lieto fine della bimba diabetica che rischiava di dover cambiare scuola perchè non c’era nessuno in grado di poterle somministrare l’insulina deve far riflettere sia le istituzioni scolastiche che quelle politiche e sanitarie. Situazioni come queste, che i dati ci dicono possono essere anche molto frequenti, non possono essere risolte sperando nella buona volontà delle insegnanti o nella disponibilità dei genitori. Serve una procedura stabilita e verificata da mettere in campo e un esempio potrebbe essere quello della valorizzazione della figura dell’infermiere di comunità”.

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Raffaella Sensoli, consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, ha presentato un’interrogazione e una risoluzione che, prendendo spunto dal caso della bimba diabetica della provincia di Ravanna, chiedono alla Regione e all’Ausl di mettere a punto un protocollo in grado di affrontare situazioni di questo tipo all’interno degli istituti scolastici senza mettere a rischio nè la frequenza dei bambini a scuola, nè la tranquillità di genitori e insegnanti. "Ci fa piacere che alla fine la soluzione per questo caso sia stata individuata, ma crediamo che sia necessario partire da questo caso per costruire una programmazione seria affinchè ci sia sempre una risposta a casi del genere e non ci sia bisogno di chiedere sacrifici a nessuno – spiega Sensoli - Bisogna valorizzare la figura dell'infermiere di comunità, coinvolgendolo in un protocollo che faccia gioco di squadra. Una figura che potrebbe essere utile sia a formare gli operatori scolastici ed educativi oltre che agli insegnanti, ma anche a dare maggiore autonomia ai bambini e prestare la sua attività qualora non sia possibile affidare un incarico particolare ad altro personale formato”.

Per la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle anche la scuola dovrebbe fare la propria parte, attraverso la formazione e con la possibilità di individuare degli incentivi per quel personale che si presta a fare attività suppletiva per venire incontro alle esigenze dei bambini con un percorso di cura prestabilito. "Nel caso dei bimbi diabetici crediamo che vadano coinvolte anche le associazioni di persone diabetiche, accogliendo la loro disponibilità ad attività di volontariato e donando loro l'attrezzatura necessaria, ovviamente le famiglie oltre che tutti gli Enti locali e la Regione – conclude Sensoli - Bisogna costruire un percorso affinché le famiglie non siano lasciate sole e non si necessario fare appello ai giornali per risolvere delle criticità".

Un protocollo tuttavia, come spiega l'Ausl, esiste già: "Nell’Ausl della Romagna sono 279 i pazienti in età pediatrica con diabete di tipo 1, forma di diabete che obbliga i piccoli pazienti alla misura della glicemia e all’auto somministrazione di insulina più volte al giorno - spiegano dall'Ausl - I servizi di diabetologia pediatrica della Ausl accolgono e prendono in carico i piccoli e le loro famiglie con servizi all’avanguardia. Tale presa in carico, grazie al coinvolgimento della pediatria territoriale, contempla ovviamente anche l’inserimento scolastico protetto, attraverso un protocollo che prevede una formazione e affiancamento specifici ad hoc per il personale docente e non docente, al fine di assistere il bambino al momento della somministrazione del farmaco e alla misura della glicemia. Ogni operazione viene condivisa con i genitori a cui spetta la decisione sulle dosi di insulina da somministrare, e va inoltre precisato come il personale scolastico abbia a disposizione il numero di cellulare del personale sanitario responsabile, consultabile in caso di insorgenza di qualsiasi dubbio. Questa formazione, analoga a quella di tutte le altre scuole, è stata effettuata anche presso la scuola che ospitava la bambina, ma successivamente il personale ha deciso di non aderire al protocollo, tanto che il servizio aveva, infine, optato per lo spostamento dell’alunna in una scuola ove la piccola potesse essere accolta e i bisogni di supporto per la cura del diabete potessero essere gestiti al meglio".

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